Poesia di ricerca

Fabrizio Bernini

Fabrizio Bernini è nato a Broni, nella provincia pavese, nel 1974. Ha svolto i più svariati lavori, dall’operaio al cuoco, per poi trasferirsi a Milano nel 2004, dove vive e lavora. Collabora con il periodico l’EstroVerso. Ha pubblicato La stessa razza (Lietocolle 2003, Premio Orta e Premio Giuseppe Piccoli). È presente nell’antologia Nuovissima Poesia Italiana (a cura di Maurizio Cucchi e Antonio Riccardi, Mondadori 2004). Suoi testi sono usciti nell’Almanacco dello Specchio (Mondadori 2006), mentre L’apprendimento elementare (Mondadori 2011) è il suo ultimo libro, che ha meritato il Premio Antonio Fogazzaro. La sua poesia, ruspante e concreta, ci offre, come nei testi inediti che seguono, momenti di improvviso attrito.

Pigri e lunghi e bassorilievi di quest’ora
glabra, prima di cena. Di là friggono qualcosa.
Convinco il respiro ad oscillare 
libero nel morso
dei muri. Allora posso affiggermi.
E prendo per le ossa la stessa finzione
di un giorno ancora. Le persone che ho visto
oggi hanno tutte una morte sola. Questo appartamento
conclude l’aria e il mio vantaggio a tinta unita.
Ci vivo, ma piano. Dalle casse dello stereo
un dio al congiuntivo
mi offre la bestemmia.

*

Non è un verbo. Eppure ti resta incastrato
sul labbro. Ti ascolto ripescare un cuore estinto,
scantonato. Allora mi sfibbio oltre la ringhiera
della tua croce e penso che sono anni quelli
che rincagnano sul mio, di cuore.
Poi resto lì. Il tuo sorriso sull’hamburger.
Forse, sguscio in verticale. Forse anche il tempo
ha qualcosa di sghembo
infilato tra i denti e non vuole assaggiarlo. 
In fondo, quello che mi scaccia
è la scaltrezza in un dolore. E non paura

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