Veleno - D. Malabotta
I gialli si leggono, in genere, per arrivare alla fine. Non è stato sempre così: nei grandi autori del secolo scorso, e ancor prima in Poe, il giallo aveva dignità di scrittura. Agiva in territori della società originali, indagava realtà. Raccontava non solo delitti, ma ambienti e psicologie. Poi si è via via imposta una sorta di lettura orgasmica che chiedeva solo azione e sorpresa, così che nessuno pensa al Pasticciaccio di Gadda come a un giallo. Ci deve essere una via di mezzo tra il capolavoro letterario e un libro mediocremente scritto. Questo è quanto la collana si propone: il lettore valuterà con quale risultato.
VELENO
Si pensa ai collegi femminili come a luoghi dell’ingenuo apprendistato delle prime malizie tra educande. In questo nuovo giallo di Danny Malabotta, in realtà, il torbido discende dai vertici dell’istituto. Un’insegnante di animazione teatrale muore misteriosamente mentre mangia caviale. Dopo il sorprendente risultato dell’autopsia, tra infiniti colpi di scena dovuti alle fragili psicologie dei personaggi coinvolti, l’ispettore Fabio Gobbo dipana brillantemente la matassa di un delitto virtuale.