Il sorriso dell'orco - A. Fancetti
I gialli si leggono, in genere, per arrivare alla fine.
Non è stato sempre così. Nei grandi autori del passato il giallo aveva dignità di scrittura: agiva in territori originali, indagava realtà e raccontava non solo delitti, ma ambienti e psicologie. Poi si è via via imposta una sorta di lettura che chiedeva solo azione e sorpresa senza troppo badare alla valenza formale. Ebbene questa collana cerca di seguire un percorso intermedio che proponga pagine sì ricche di intrighi, avventure e colpi di scena, però impreziosite anche da una stesura pregevole e sempre attenta al risultato artistico.
IL SORRISO DELL’ORCO
In una Milano soffocata dal tanfo dei Navigli, come doveva essere al di là delle legittime nostalgie, il com-missario Dondina, personaggio che la scrittrice Albertina Fancetti ha riesumato, tra storia e leggenda, dalle cronache milanesi a cavallo tra Otto e Novecento, indaga sulla scomparsa da una casa popolare di un bimbo. Attorno alla vicenda si incrociano i destini di un’umanità misera e aggrappata alla vita e i paesaggi di una città ancora in gran parte invasa dalla campagna. Figurine, come la portinaia pettegola, il ciabattino sentimentale, la giovane adocchiata da una arzilla mezzana, lo stuolo dei malavitosi che vivevano a porta a porta con gli operai, in un modo o nell’altro accettati nella vita di ringhiera, attraversano il racconto ricreando la suggestione di una città ben lontana dalla metropoli moderna.