Viaggio della memoria
L' incoscienza dell'infanzia, età senza età, e la sua innocente eco (cose che si sentono nell'infanzia e poi mai più) sono il vero oblio ai mali che affliggono la sera della vita.
Tornare indietro ai tempi senza età
quando tra i ricami dei ruvidi muretti
alle lucertole, pancia bianca e dorso verde,
il collo serravamo ansante coll'erbale cappio
al sole del meriggio ardente.
Tornare dove fu il primo inizio,
luogo senza storia, e ritrovare i segni
della scuola coi banchi stretti e i libri
non più bianchi, là, nello slargo acquoso
dove un giorno uno sprofondo°)
si spalancò ruggente di stupore e d'allegria.
Tornare sulla strada spoglia,
senza portici né fiori, per ritrovare
i ritmi incantatori del lutto e della festa,
i rintocchi rassicuranti della sera
e il vociare indulgente di malinconia.
Tornare alla vecchia casa del padre
preziosa di ricordi e di fantasmi
(sul tetto panni profumati di bucato
a spiare le nuvole in fuga con il vento);
e vaneggiare che ignota mano sereno
finalmente porti al fuggevole tempo che ci resta.
Uccio Greco
°) La voragine dove si sperdevano le acque piovane dei rari temporali che allagavano il centro del paese.