Viaggio della memoria
L'officina del fabbro era ubicata a dieci passi dalla nostra aula delle elementari, una stanza a pian terreno del municipio di allora. Non esisteva edificio scolastico in quei tempi, ma solo pochi locali sparsi nei dintorni; e nemmeno usanza o fotografi che permettessero di ricordare i compagni di classe quando saremmo cresciuti.
Stormi di suoni aspri s'odono al 'ponte'
un batter secco di martelli
che forma e lucentezza danno
a cerchi di carri agresti e a lavorati grezzi.
Nella forgia il ferro s'arroventa
e sull'incudine lu ferraru°) rivolta il manufatto,
lo sbuzza, lo modella mentre un ragazzo
irto di capelli e rosso in volto il mantice
scuote con fatica e gesti lenti.
In un vortice d'acqua non lontano
tra labirinti di scintille una staffa non più rovente
sull'inquieto zoccolo s'inchioda
e affrancato un nitrito corre sulla strada.
Nella fucina odore acre di bruciato
e nuvoli di vapore s'alimentano
tra suoni stridenti di catene che in quei remoti tempi
ai nostri occhi di alunni della vicina scuola
segni ci dicevan d'essere di meraviglia e di lavoro.
Uccio Greco
°) il fabbro ferraio