Manca solo l'ordinanza ufficiale della Regione ma sembra proprio che da lunedì 18 maggio molti locali, ristoranti e negozi riapriranno.
C'è la gioia per la ripartenza, certo, ma anche una preoccupazione di sottofondo che è figlia dell'incertezza. Non si capisce da dove e da chi debbano arrivare le linee guida su cosa fare.
Nel dubbio, quindi, si lavora a buon senso e con sacrifici, perché molto cambierà.
I locali all'Arco della Pace, uno dei regni dell'aperitivo milanese hanno spazi abbastanza ampi per garantire la sicurezza di base ma la preoccupazione di quanta gente riempirà i pochi spazi a disposizione è palese.
Il costo per la messa in sicurezza dei locali, tra sanificazione, plexiglass sui tavoli, misurazione della temperatura e dispositivi per l'igiene ha rappresentato per molti un onere economico non da poco.
Restano pur sempre chiusi le università e buona parte degli uffici. I turisti non ci sono.
Le perplessità degli esercenti aumentano.
Molti esercizi sanno già che l'orario di apertura scivolerà nella notte.
Altri guardano al Comune per capire come occupare il suolo pubblico e con quali spese.
Altri ancora non sono proprio pronti a ripartire il 18 maggio e per un po' andranno avanti con l'asporto e le consegne a domicilio.
Per i negozi non va meglio.
Sono alle prese con gli ingressi contingentati e la sanificazione della merce.
Quelli che riaprono. Abbiamo già parlato di quanti hanno già deciso di chiudere o stanno per farlo. Ritorno alla normalità? No.
Vi presentiamo questa di normalità.