Coronavirus: MSF conclude le sue attività nel lodigiano

29 maggio 2020 – Dopo quasi tre mesi di azione contro il Covid-19, nei luoghi simbolo dell’epidemia come ospedali e strutture per anziani e sul territorio tra medici di famiglia e spazi di aggregazione sociale, Medici Senza Frontiere (MSF) porta a termine le attività nel lodigiano, che hanno visto impegnati 29 operatori, tra medici, infermieri, esperti di igiene, promotori della salute e psicologi, con alle spalle una lunga esperienza nella gestione di epidemie complesse.
L’intervento di MSF in Italia continua in alcune carceri in Lombardia, Piemonte e Liguria per proteggere dal contagio detenuti, agenti e operatori, a Roma con attività tra le comunità più vulnerabili nella periferia urbana e nella provincia di Catania supportando il servizio di sorveglianza epidemiologica che individua e registra i nuovi casi e i loro contatti.
In questi mesi abbiamo lavorato per proteggere il personale sanitario negli ospedali ma anche chi è impegnato sul territorio, perché è sul territorio che si vince il coronavirus, attraverso attività di prevenzione, sorveglianza e igiene pubblica. Non è il momento di abbassare la guardia perché il rischio di nuove ondate epidemiche non può essere escluso. A febbraio nessuno poteva dirsi in grado di rispondere all’emergenza, oggi però nessuno può permettersi di farsi trovare impreparato. La salute è un diritto di tutti, per garantirlo il sistema sanitario deve essere rafforzato, non indebolito da pericolosi tagli di risorse” - ha dichiarato la dr.ssa Claudia Lodesani, presidente di MSF e coordinatrice medica dell’intervento di MSF per il coronavirus in Italia.
L’intervento di MSF sul coronavirus, in Italia e nel mondo, si basa su un approccio di salute pubblica, che oltre alla cura del singolo paziente affronta l’epidemia nel suo complesso, con interventi mirati a proteggere le comunità ed evitare che si diffonda. Per questo MSF chiede alle autorità sanitarie di mantenere alta la vigilanza, di garantire importanti investimenti sulla medicina territoriale e una regolamentazione del mercato globale dei dispositivi di protezione individuale (DPI) per garantire che siano distribuiti in modo equo e trasparente in tutti i paesi.
Nel ricordare questi mesi di lavoro insieme, MSF esprime ancora una volta, solidarietà a tutti gli operatori sanitari che hanno lottato senza sosta contro un virus nuovo e con effetti senza precedenti.

DAGLI OSPEDALI AL TERRITORIO, L’INTERVENTO DI MSF NEL LODIGIANO

“Prendersi cura di chi si prende cura”, con questo obiettivo è partito a inizio marzo l’intervento di MSF negli ospedali di Lodi, Codogno e Sant’Angelo Lodigiano, primo epicentro dell’epidemia di Covid-19 in Italia. MSF ha contribuito agli sforzi dell'Azienda Socio-Sanitaria (ASST) di Lodi per evitare il contagio degli operatori, dei pazienti, e per assicurare che gli ospedali potessero continuare a funzionare malgrado l'aumento progressivo e continuo di nuovi casi. Sono stati organizzati circuiti ospedalieri per separare nettamente le aree Covid dalle altre. Una parte fondamentale delle attività si è concentrata sulla formazione: più di 500 operatori sanitari sono stati formati sulle procedure di vestizione e svestizione nelle aree filtro, sui flussi di personale e pazienti e sul corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale.
Sul territorio, MSF ha fornito un supporto alla collaborazione tra ASST e l'azienda Zucchetti per riadattare il sistema di telemedicina all'assistenza a distanza di oltre 200 pazienti Covid positivi in isolamento domiciliare, limitando l'afflusso agli ospedali solo ai casi di emergenza.
L'équipe di MSF sono intervenute in 3 strutture per anziani, “Fondazione Madre Cabrini” di Sant’Angelo Lodigiano, “Santa Chiara” di Lodi, e nell’Hospice Città di Codogno, per consulenze sulla gestione del controllo delle infezioni. Psicologi di MSF hanno, inoltre, offerto supporto psicologico al personale delle RSA e, in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale (DSM) di Lodi, al personale medico e paramedico ospedaliero.
Per rafforzare la protezione di tutta la comunità, i promotori della salute di MSF hanno offerto formazioni sulla prevenzione e il controllo delle infezioni, tra cui il corretto uso delle mascherine, anche ad associazioni di volontariato che lavorano con migranti nei CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria) e SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) e con i senza fissa dimora nei dormitori, al personale nei supermercati e a rappresentanti delle forze dell’ordine. Oltre 180 le persone raggiunte da queste attività. Con l’inizio della Fase 2 nuove formazioni hanno coinvolto altre 200 persone, tra responsabili della sicurezza del lavoro e risk advisor di aziende e fabbriche, per evitare nuovi focolai alla riapertura.
Oggi è indispensabile rinforzare sistemi di prevenzione sul territorio per permettere a tutti i cittadini di poter vivere protetti dal contagio, e a tutti i pazienti di accedere alle cure necessarie. Auspichiamo collaborazioni strette e sistematiche tra amministrazioni locali, medici di medicina generale, ATS ed ASST, in un continuum di contenimento, diagnosi ed assistenza dei pazienti - ha dichiarato la dr.ssa Chiara Lepora, coordinatrice dell’intervento di MSF nel lodigiano. - Le competenze che abbiamo acquisito in questi mesi in Italia saranno messe a disposizione negli altri 70 paesi dove MSF sta intervenendo sul coronavirus, anche grazie all'invio dei nostri operatori. L'anestesista che ha lavorato nella terapia intensiva a Lodi oggi è in Yemen”.
Le attività di MSF sul coronavirus in Italia continuano in altre province: i dettagli su www.msf.it/covid19.

MSF e Covid-19, in Italia e nel mondo

L’intervento di MSF in risposta alla pandemia si estende in oltre 70 paesi tra Europa, Africa, Medio Oriente, Asia, Oceania e Sudamerica. I team MSF composti da medici, infermieri, logisti, promotori della salute e psicologi stanno supportando ospedali e centri di salute, formando gli operatori sanitari locali sulle misure per contenere il virus, e proteggendo persone vulnerabili come anziani, senzatetto e rifugiati, in collaborazione con le autorità sanitarie dei diversi paesi.
In Italia, gli operatori MSF impegnati nella risposta al Covid-19 per condividere la propria esperienza nella gestione delle epidemie, in particolare in Lombardia, nel Lazio e in Sicilia.
Diversi operatori che partono in missione con MSF da settimane sono in prima linea come medici del sistema sanitario nazionale.

L’Ufficio stampa di Medici Senza Frontiere


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