PER NON INCIAMPARE DEVI GUARDARE
- 01 novembre 2018 Cronaca
La mattina, quando
usciamo da casa, se non siamo assorti nei nostri pensieri, e
guardiamo i marciapiedi e le annesse strade, è facile cambiare
umore: se siamo contenti ci rattristiamo, se siamo arrabbiati ci
arrabbiamo ancora di più e se siamo delusi o dispiaciuti andiamo in
paranoia. Tutto lavoro per la psicanalisi direbbe il grande Sigmund
Freud. Mica vero dottore!, questa volta, haimè, si sbaglia: tutto
sano e doveroso lavoro per chi ha il compito di chiudere le buche e
livellare le strade. Che ha ma, non si capisce il motivo, non
fa. Sarebbe troppo semplicistico addossare la colpa a
un'Amministrazione Comunale piuttosto che a un'altra.
Le
strade e i marciapiedi non sono di sinistra, di centro o di destra,
sono di tutti. Di tutti quei cittadini che vanno a scuola, a lavoro,
a compiere commissioni o a passeggiare. Percorrere un marciapiede
camminando velocemente, piuttosto che portare a casa la spesa con il
proprio carrello è sinonimo di libertà. Libertà di andare dove e
come si vuole. Chiaramente sempre e soprattutto rispettando le regole
e gli altri.
Se, invece, camminare diventa rischioso perché
si può cadere, se si è costretti a "inchiodare" la
propria automobile perché, a causa di un dislivello del manto
stradale, comincia a slittare o se, ancora peggio, un motociclista
cade, non si può parlare più di libertà. E quando non c'è libertà
la colpa è di tutti, cittadini compresi. Se gli amministratori
pubblici hanno l'obbligo di fare, i cittadini hanno il diritto-dovere
di controllare e di dire la loro, se qualcosa non va. Far finta di
niente non porta a nulla di positivo tranne che scoprire il degrado.
Intendiamoci non è necessario portare al patibolo gli Amministratori
pubblici ne tanto meno scatenare una guerra civile.
È sufficiente frequentare attivamente i Municipi e non
rivotare chi ci ha deluso. Solo in questo modo possiamo avere la
speranza che le cose, quando non vanno, migliorino.
Flavio Fera