“PERIFERIE, MANCA IL DISEGNO GENERALE”

Ma, oltre a “calcoli, convenienze ed interessi”, le periferie continuano a subire la mancanza di un «disegno generale, un progetto integrato di interventi, un’autentica innovazione negli approcci, progetti nuovi e diversi dal passato», come evidenziato da Leopoldo Freyrie, già presidente dell’Ordine degli Architetti (Corriere, 24/7/2016).

Ciò, con la conseguenza che le risorse che vengono spese – sempre denunciate come scarse – continuino a non portare miglioramenti sostanziali, mancando una regia complessiva, in particolare a livello territoriale.
Tale situazione, tra le altre, è riscontrabile nell’intreccio “periferie-case popolari” (70mila appartamenti che a Milano hanno due diverse gestioni: 41.700 ad Aler/Regione Lombardia e 28.700 a Metropolitana Milanese/Comune di Milano, di cui oltre 3.000 occupati abusivamente, mentre altri 6.500 sono sfitti. Poi, ci sono anche 12.800 box/posti auto e 2.900 negozi/laboratori artigianali, anche questi sfitti per il 30%).
In proposito, è opportuno ricordare che i Consigli di Zona (ora municipi)– che dovevano presidiare il territorio – anche in tema di “casa” hanno continuano a fare gli spettatori, contrariamente a quanto previsto dal regolamento del 1977, peraltro mai applicato anche per le restanti parti (potenza della “burocrazia”?). E i risultati sono sotto gli occhi di tutti, anche se è difficile trovare qualche milanese che abbia qualche informazione, anche solo di contorno, sulla situazione del patrimonio residenziale pubblico.
Walter Ceruini

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