QUELLA PAURA DI USCIRE
- 18 maggio 2020 Cronaca
Cosa significa per adolescenti e giovani il ritorno alla normalità?
A quanti si
aspettavano di vedere, con la fine delle restrizioni, strade e parchi popolati
da giovani e ragazzi si è presentato uno scenario decisamente diverso.
ce ne sono in giro pochi.
Al ritorno alla libertà molti hanno continuato a preferire la sicurezza della
casa.
Gli psicologi hanno
chiamato questo atteggiamento "sindrome della tana".
La casa, infatti, è un punto fermo. Al suo interno, ci si sente al riparo dal
virus.
Si preferisce la certezza a tutto ciò che certo non è più: il rientro a scuola, i luoghi che si frequentavano prima e che ora sono vietati o con ingressi contingentati.
Persino l'aspetto
fisico che si assumerà là fuori è fonte di apprensione.
Ora il viso è parzialmente coperto dalle mascherine. In alcuni contesti servono
anche i guanti usa e getta.
Serve quindi tempo per abituarsi a tutto questo e alla nuova immagine di sé.
Soprattutto, serve tempo per vincere la paura di un mondo esterno percepito come pericoloso.
In questo scenario è come se molti avessero esaurito le energie per far fronte al periodo di confinamento imparando ad apprezzare i ritmi più lenti e persino la riflessione su di sé.
In questa nuova fase il ruolo degli adulti dovrà essere di guidarli verso l'esterno ma senza forzature. È importante, per loro come per del resto per gli adulti, riappropriarsi della vita di relazione.
L'accesso ai servizi di aiuto psicologico da parte di ragazzi e giovani testimonia la maturità, già ampiamente dimostrata, di saper chiedere aiuto per ripartire.