SI PARLA MOLTO DELLA FLAT TAX

A causa di un’evasione fiscale di 96,9 miliardi di euro  (relazione annuale allegata alla nota di aggiornamento del Decreto economia e finanza 2017) l’Italia si pone al sesto posto per pressione fiscale - 42,9% del Pil -  tra i 35 Paesi Ocse (precedono soltanto Danimarca, Francia, Belgio, Finlandia e Svezia). Alto pure il livello delle tasse sulle proprietà immobiliari, il 6,5% contro il 5,8% della media Ocse.
Si comprende perciò la protesta dei tartassati da un lato, e il tentativo dei vari governi di limitare i danni ai propri amministrati.
La proposta più recente in tal senso è la cosiddetta flat tax, o tassa piatta, basata su una aliquota fissa, ideata in epoca moderna (1956) dall’economista statunitense Milton Friedman.  Anticamente la tassazione unica costituiva la forma più semplice di tassazione diretta, attraverso il versamento di una decima in natura (raccolto di frutti, olio, vino, granaglie; armenti ecc.); oggi è diffusa prevalentemente in Paesi dell’Est Europa, Russia compresa, e nei paradisi fiscali, con risultati controversi. La Slovacchia l’ha abolita, in altri Paesi è stata modificata. Negli Stati Uniti, sebbene le tasse federali siano ad aliquote differenziate, comunque più contenute delle nostre, cinque Stati su cinquanta hanno un’aliquota unica sui redditi delle persone.
La Costituzione italiana (art. 53) prevede un sistema tributario con criteri di progressività che possono esser rispettati anche nel regime di flat tax, incidendo sull'area no tax e sul meccanismo delle detrazioni e delle deduzioni. 
La recente vittoria elettorale di M5S e Lega ha riproposto la flat tax, da tempo cavallo di battaglia del centrodestra. In attesa che si dirima sul piano politico/economico la questione "flat tax sì, flat tax no" (se sia virtuosa o meno ai fini della crescita economica,  se applicarla alle piccole imprese, alle partite Iva; se subito o fra qualche tempo etc.) cominciamo a ridurre di qualche punto le aliquote marginali Irpef dei diversi scaglioni di reddito.
Sarebbe senz' altro positivo anche ai fini della crescita dell'economia, come incentivo al lavoro ed all' investimento produttivo.
Attualmente, tenuto conto anche del fiscal drag ( di cui nessuno parla ) intervenuto dalla data di vigenza delle aliquote ad oggi , il prelievo fiscale a carico delle persone fisiche risulta eccessivo, punitivo, discriminante fra regione e regione, ed in generale, disincentivante il maggior impegno di lavoro; e dunque favorisce un effetto ciclico. 
Achille Colombo Clerici

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