"Strumenti d'Impresa", i detenuti sono tecnici professionisti
- 30 maggio 2016 Cronaca
È stato inaugurato ieri presso il Carcere di Bollate, il Laboratorio pubblico strumenti d'impresa: un'area in grado di ospitare macchinari specializzati per il testing di schede elettroniche e una squadra di tecnici a disposizione delle aziende milanesi.
Nato dalla collaborazione tra la cooperativa sociale Estia, il Comune di Milano e la casa di reclusione di Bollate, il laboratorio si colloca nell'ambito del progetto "Strumenti d'impresa" e ha lo scopo di creare occasioni di imprenditorialità e opportunità di integrazione per i detenuti.
Avvalendosi dei servizi della cooperativa sociale Adelante, l'Amministrazione comunale ha condotto un'indagine telefonica tra circa 3500 imprese del territorio milanese per ascoltare le loro esigenze e testare l'interesse sull'eventuale disponibilità di macchinari dalla tecnologia complessa. Più di 250 imprese hanno dato riscontro positivo e ora, grazie all'investimento di circa 500 mila euro da parte del Comune di Milano, necessario per il noleggio a riscatto di sei macchinari dell'azienda Elemaster Group, potranno usufruire di servizi specializzati e delle competenze di tecnici appositamente formati che ne assicureranno la manutenzione ordinaria. Le macchine sono in grado di controllare, per esempio, il corretto funzionamento dei videocitofoni o testare le scatole nere di treni ad alta velocità.
Accanto al laboratorio da alcuni mesi è attiva in città la struttura mobile Tecno-Emergency, un furgone altamente attrezzato per attività di riparazione e manutenzione di dispositivi audio-video, luci, computer e supporti tecnici di vario genere, interamente gestito dai tecnici professionisti della cooperativa Estia. Componendo il numero verde 800 808288 è possibile richiedere assistenza domiciliare per guasti di tipo tecnico ed elettrico. Il furgone può effettuare semplici riparazioni impiantistiche in loco, mentre nel caso d'interventi più complessi i dispositivi saranno inviati al laboratorio del penitenziario di Bollate.
Davide Lorenzano