ACCADDE IL 19 AGOSTO
- 19 agosto 2020 Cultura
19 agosto 1936 – Federico García Lorca viene fucilato a Víznar da militanti filo-franchisti del movimento politico CEDA
García Lorca nacque a Fuente Vaqueros, nella provincia di Granada (in Andalusia), il 5 giugno del 1898. A Granada frequenta il "Colegio del Sagrado Corazón" e nel 1914 si iscrive all'Università, frequentando dapprima la facoltà di giurisprudenza (non già per personale aspirazione, ma per seguire i desiderî paterni) per poi passare a quella di lettere. Conosce i quartieri gitani della città, che entreranno a far parte della sua poesia, come dimostra il suo Romancero del 1928. Nel 1919 il poeta si trasferisce a Madrid per proseguire gli studi universitari e, grazie all'interessamento di Fernando de los Ríos, ottiene l'ingresso nella prestigiosa Residencia de Estudiantes, confidenzialmente chiamata dai suoi ospiti "la resi", che era considerata il luogo della nuova cultura e delle giovani promesse del '27.
Nella primavera del 1929 il poeta lascia la Spagna e si reca negli Stati Uniti.
Il 5 marzo del 1930, dietro invito della Institucíon hispanocubana de Cultura, García Lorca parte per Cuba. Nel luglio del 1930 il poeta rientra in Spagna che, dopo la caduta della dittatura di Primo de Rivera, sta vivendo una fase di intensa vita democratica e culturale. Stanno intanto precipitando gli eventi politici. Tuttavia, García Lorca rifiuta la possibilità di asilo offertagli da Colombia e Messico, i cui ambasciatori prevedono il rischio che il poeta possa esser vittima di un attentato a causa del suo ruolo di funzionario della Repubblica. Dopo aver respinto le offerte, il 13 luglio decide di tornare a Granada, nella casa della Huerta de San Vicente, per trascorrervi l'estate e tornare a trovare il padre.
Rilascia un'ultima intervista, al “Sol” di Madrid, in cui c'è una eco delle motivazioni che l'avevano spinto a rifiutare quelle offerte di vita fuori dalla Spagna appena menzionate, ed in cui tuttavia García Lorca chiarisce e ribadisce la propria avversione verso le posizioni di estremismo nazionalistico, tipiche di quella destra che prenderà da lì a poco il potere, instaurando la dittatura. Il 16 agosto 1936, il sindaco socialista di Granada (cognato del poeta) viene fucilato. Lorca, che si era rifugiato in casa dell'amico poeta falangista Luis Rosales Camacho, viene arrestato lo stesso giorno dall'ex rappresentante della CEDA, Ramón Ruiz Alonso. Numerosi si levano gli interventi a suo favore, soprattutto da parte dei fratelli Rosales e del maestro de Falla; ma nonostante la promessa fatta allo stesso Luis Rosales che García Lorca sarebbe stato rimesso in libertà "se non ci sono denunce contro di lui", il governatore José Valdés Guzmán, con l'appoggio del generale Gonzalo Queipo de Llano, dà ordine, segretamente, di procedere all'esecuzione: a notte fonda, Federico García Lorca è condotto a Víznar, presso Granada, e all'alba del 19 agosto del 1936 viene fucilato sulla strada vicino alla Fuente grande, lungo il cammino che va da Víznar a Alfacar.[9] Il suo corpo non venne mai ritrovato. La sua uccisione provoca riprovazione mondiale: molti intellettuali esprimeranno parole di sdegno, tra le quali spiccano quelle dell'amico Pablo Neruda. Il mancato ritrovamento del corpo di Lorca, tuttavia, accende un'intensa controversia circa i dettagli di questa esecuzione. Controversia ancora adesso tutt'altro che risolta.