CENTENARIO DI ALBERTO SORDI

Un attore amato dal pubblico e stimato dalla critica

Questo 2020 sarà anche il centenario della nascita di Alberto Sordi, forse il rappresentante più amato del quartetto formato con Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Nino Manfredi, due coppie comiche del Nord contrapposte a due del Centro-Sud. Sordi era nato il 15 giugno 1920 a Trastevere, popolare quartiere di Roma che un tempo era quasi considerato un paese a sé, e precisamente in via San Cosimato al numero sette, casa nella quale rimase fino al 1930. Cambieranno la sua famiglia e lui altre case fino a quando nel 1958, l'attore acquisterà un casale all'interno del parco archeologico delle Terme di Caracalla che trasformerà in villa e dove abiterà per 45 anni, fino al 2003, anno in cui, il 24 febbraio, morirà per le conseguenze di un tumore ai polmoni. I genitori dell'attore erano entrambi originari di paesi del Lazio, il padre Pietro suonatore di tuba contrabbasso, e la madre Maria insegnante elementare. Alberto, insieme al fratello Giuseppe e alle sorelle Savina e Aurelia trascorrerà parte della sua infanzia a Valmontone, paese originario del padre, per poi tornare a Roma e cantare nel coro di voci bianche della Cappella Sistina. Un giudizio universale più che positivo sarà quello che formulerà buona parte del pubblico teatrale prima, radiofonico poi, e cinematografico in seguito, riguardo la sua indiscussa bravura interpretativa. Ancora giovanissimo, muta la sua voce in tonalità bassa che lo contraddistinguerà per tutta la sua esistenza. Nel 1936 il sedicenne Sordi inciderà un disco di fiabe per bambini.  Sempre in quell'anno Sordi si sposterà dalla capitale effettiva e affettiva per approdare a Milano, capitale morale d'Italia. Si iscriverà all'Accademia dei Filodrammatici, lasciando la scuola che stava frequentando a Roma per ottenere il diploma di ragioneria, che otterrà da privatista anni dopo più che altro per accontentare la madre. Nel 1937 tornerà nella sua città per lavorare come comparsa in vari film più che altro storici e, sempre in quell'anno, vincerà il concorso indetto dalla Metro-Goldwin Mayer per la voce italiana di Oliver Hardy. Inizierà con il doppiaggio della comica "Sotto Zero" e del film "I diavoli volanti", entrambi apparsi nel 1939. Al suo fianco ci sarà, come doppiatore di Laurel, Mauro Zambuto. Questi due grandi doppiatori saranno presenti anche il 25 giugno 1950 quando Stan e Ollie giungeranno a Roma e a Villa Aldobrandini daranno uno spettacolo per i bambini. Sordi e Zambuto avranno modo di conoscere quei due geni della comicità e presteranno loro la voce nascosti dietro il sipario del palcoscenico. La carriera di doppiatore ormai affiancata da quella di attore proseguirà per Sordi fino al 1956, concludendosi con il film parodia "I pinguini ci guardano". Come doppiatore diede la voce a molti attori americani quali Robert Mitchum ed Anthony Quinn, e a italiani quali Franco Fabrizi e Marcello Mastroianni, naturalmente solo in alcune delle loro interpretazioni. La sua voce si trova anche all'interno del bel film di Blasetti "Prima comunione", e del capolavoro di De Sica "Ladri di biciclette". A teatro Alberto Sordi esordisce nella stagione 1938-39 con "Ma in campagna è un'altra... rosa", parodia del romanzo di Achille Campanile "In campagna è un'altra cosa". Nel 1940, chiamato alle armi, entrerà nella banda musicale suonando il mandolino. L'ultimo varietà che vide la sua partecipazione fu, nel biennio 1952-53 "Gran Baraonda". Vent'anni dopo Sordi dirigerà la protagonista di quella rivista, Wanda Osiris, nel ruolo di se stessa in una scena del suo film "Polvere di stelle".
I film interpretati dall'attore romano sono intorno ai 150, ma una stima precisa è difficile perché talvolta non risulta accreditato nel cast. Accreditato lo è invece  da critica e pubblico, data la sua bravura indiscutibile che lascia poco spazio al contradditorio. Man mano che gli anni passavano, e una certa epoca si estingueva, Sordi cedette giocoforza il passo ad altri attori brillanti, e anche il suo tipo di personaggio: vigliacco, mammone, approfittatore, scansafatiche, dovette estinguersi con la sua giovinezza per fare posto a personaggi più maturi e talvolta grigi, e quando cercò di proseguire in alcuni film con lo stile caratterizzante quelli del suo passato, non suonò più intonato come allora, finendo per perdere sempre più in successo sebbene non in popolarità. Alberto Sordi era poi molto legato al passato - non solo il suo personale - e anche nelle musiche: generalmente composte dall'amico Piero Piccioni - desiderava che lo stile fosse aderente a quello di un tempo: gli anni '50-'60, tanto che a volte la colonna sonora risulta essere la parte migliore del film, come avvenne nell'ultimo "Incontri proibiti". Invecchiare è triste per chiunque, ma per un comico risulta tragico. Così Alberto Sordi si ritrovò nella finzione marito e padre, lui che nella vita reale mai lo fu, e questo non significa che non volesse esserlo - padre soprattutto - anche perché seppur poco pubblicizzate ebbe diverse storie sentimentali. Fu comunque padre putativo di molti futuri attori, tra i quali primeggia il bravissimo Carlo Verdone, che essendo nato nel 1950 avrebbe potuto essere suo figlio anche anagraficamente. Alberto Sordi fu dapprima voce: nel doppiaggio e alla radio, e poi attore a teatro e al cinema, prediligendo quest'ultimo mezzo al quale diede per intero il suo corpo capace di una mimica straordinaria.  

Antonio Mecca

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