Da: tassista, pittore, portiere d'albergo, maestro elementare a DITTATORI
- 22 marzo 2024 Cultura
eggendo il bel libro che Paolo Guzzanti ha dedicato a Silvio Berlusconi, si viene a sapere che il suo grande amico russo Putin molti anni fa fu costretto a improvvisarsi tassista per sbarcare il lunario, tanto da pensare di farne addirittura la sua professione. Fosse stato così ci saremmo limitati a pagare quello che il tassametro indicava, e anche se a un prezzo maggiorato sarebbe stato sempre meglio che non pagare il prezzo che il mondo: Ucraina in primis, è costretto a versare da anni. Anche Hitler, prima del suo trionfo in birreria, era qualcosa di assai diverso da un dittatore, vale a dire un pittore che non valeva granché ma i cui lavori non erano dipinti da incubo come poi avrebbe fatto per decenni facendo sterminare milioni di persone. Stalin fu tra le altre cose anche portiere di un albergo ad Ancona, mentre Mussolini maestro elementare che dopo aver insegnato a una classe di bambini figli di contadini romagnoli avvezzi a dissodare la terra, imparò l'ABC del mestiere del politico aggressivo dopo avere fatto tirocinio come giornalista tra le file dei cronisti d'assalto. Mussolini che dieci anni dopo la conquista del potere ispirò al mostro Adolf la formazione del nazismo con le sue camicie brune, più scolorite rispetto al nero dei suoi ispiratori italiani ma molto più feroci e crudeli. Insomma: viene in mente quel bel film di Dino Risi dal titolo "La marcia su Roma", interpretato da Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman, dove nella prima parte si vede un reduce della prima guerra mondiale impersonato da Gassman tirare a campare con piccole truffe per poi iscriversi al neonato partito fascista e lì fare strada. Questo è anche il tema di fondo del bel romanzo di Vitaliano Brancati "L'amico del vincitore", pubblicato nel 1932, nel quale un amico del protagonista prepotente e ignorante, finisce a un certo punto per conquistare il potere e surclassare il protagonista, e come non vedere in lui una proiezione di Mussolini? Ah, se i capataz dapprima citati fossero rimasti quello che all'inizio erano... Putin come tassista avrebbe potuto scarrozzare fra gli altri anche esimi capi di Stato, che accomodati sul sedile posteriore gli avrebbero magari dato confidenza al punto di metterlo a parte di segreti più o meno importanti dei quali lui avrebbe tenuto conto per poi riferirli al momento opportuno a persone della sua risma: una risma di carta sulla quale scrivere un memoriale. Il suo "grande" predecessore Stalin come portiere d'albergo, intabarrato con uniformi lunghe e larghe e il rituale berretto a coprire la testa e a preservarla da colpi di freddo e soprattutto di testa, avrebbe risparmiato al mondo gli orrori perpetrati nei settant'anni di comunismo imperante: Hitler dal baffo a francobollo avrebbe potuto campare vendendo i suoi quadri e accampando meriti artistici modesti ma pur sempre sufficienti a farlo vivacchiare; in quanto a Mussolini, il suo diploma di insegnante gli avrebbe forse consentito di morire perlomeno vent'anni dopo il 1945, e magari a ottenere a fine carriera il rituale orologio d'oro che avrebbe scandito il tempo rimastogli rimirandoselo al polso. Ma essendo lui: Lui, uomo di polso, difficilmente se ne sarebbe rimasto tranquillo.
Antonio Mecca