I BASTARDI NON MUOIONO
- 07 luglio 2020 Cultura
SECONDA PUNTATA
Sedette su una panchina, le mani affondate nelle tasche del soprabito, gli occhi affondati nella faccia stanca, accingendosi all’attesa. Aveva lasciato quei luoghi a causa di lei, e sempre a causa di lei aveva continuato ad uccidere. Per una donna che aveva finito per respingerlo come una marea respinge un naufrago, impedendogli l’approdo sulla calda spiaggia della sicurezza, dell’amore e della felicità. E così, terminata una guerra, ne aveva intrapresa subito un’altra. Una guerra personale: la guerra di un poliziotto in lotta contro il crimine, la devianza, il male. Violenza contro violenza, in un vortice il cui moto sembrava non arrestarsi mai. Poi, qualche mese prima, la decisione di lasciare gli Stati Uniti e di tornare in Italia stabilendosi a Milano, la città dalla quale decenni addietro era partito per evitare un arresto che andava facendosi sempre più probabile man mano che il tempo trascorreva. Perché anche se la guerra era finita sulla carta, altrettanto non si poteva dire riguardo lui e quelli come lui che avevano avuto compagni e parenti uccisi dalla ferocia fascista.
Così la guerra aveva finito per trasformarsi in faida, in regolamento di conti da parte di coloro che il nuovo governo bollava come assassini assetati di sangue.
L’uomo, dopo aver eseguito la sua parte di vendette, aveva accolto l’invito di un ufficiale americano, conosciuto durante il conflitto, a trasferirsi negli Stati Uniti. Desiderava abbandonare il Paese perché l’odio gli saturava il cuore e la mente, e una permanenza ulteriore non sarebbe servita ad altro che ad acuire ferite ancora troppo fresche. E poi troppi ideali che la guerra aveva alimentato cominciavano a scontrarsi con i patteggiamenti che il nuovo potere inevitabilmente imponeva.
Nel Paese scelto come nuova patria si era arruolato nelle forze di polizia, dato che abbandonare la lotta non gli era possibile. Conoscendo bene la lingua non aveva fatto fatica a integrarsi. Si era sposato con una ragazza del luogo, ma adesso che la moglie era morta lasciandolo per di più senza figli, la nostalgia dell’Italia aveva cominciato a farsi sempre più acuta. Era perciò tornato, solo come sempre, cercando di godersi la pensione e ricominciando a lottare esclusivamente con i propri ricordi, fantasmi insidiosi che lo colpivano subdolamente. E all’improvviso dal passato era giunta una voce, e nuovamente il sipario si era sollevato su un palcoscenico antico, dove vecchi attori ormai fuori ruolo avevano ripreso una recita interrotta da tempo e per tempo. Al telefono la voce di lei, ancora così sorprendentemente giovane, aveva chiesto di lui, manifestando infine il desiderio di rivederlo. Lui aveva cercato di saperne di più, subissandola di domande, ma lei era stata irremovibile, dandogli appuntamento per l’indomani, sul lungolago di Verbania, accanto al mausoleo ai caduti. Alle tre di notte. Aveva voluto così, rifiutandosi di fornire ulteriori spiegazioni.
- Dopo ti spiegherò, dopo capirai - aveva concluso sibillina, quasi con tono ironico. E lui si era chiesto cosa si nascondesse dietro quella richiesta.
Sfogliato l’elenco telefonico di Verbania aveva cercato il suo nome, trovandolo. Abitava ancora allo stesso indirizzo di prima della guerra, nella zona allora residenziale denominata Castagnola.
Dopo una temporanea esitazione l’uomo si era deciso ad accettare l’invito della donna con le modalità da lei stabilite. Ad ogni buon conto aveva portato con sé la sua vecchia pistola d’ordinanza.
Quando lei comparve, erano passate da pochi minuti le tre. Vestita di scuro, una figura dall’aspetto irreale, incedeva rigida come una sonnambula, gli occhi fissi su di lui che parevano sfiorarlo senza vederlo, le braccia abbandonate lungo i fianchi, i capelli sciolti sulle spalle. Proveniva dalle vicinanze del mausoleo, quasi un fantasma sgusciato fuori dal sepolcro di marmo, marmorea e dal volto impietrito essa stessa.
L’uomo si alzò, cercando ansiosamente di mettere a fuoco i lineamenti di quel volto un tempo così amato, così venerato. Il timore di trovarsi di fronte una maschera traboccante di vecchiaia poneva in seconda linea il timore che quell’incontro fosse nient’altro che una trappola. Ma quando la donna si fu avvicinata ulteriormente e lui ebbe avuto modo di vederla meglio, la vampata di benefico calore che lo invase gli fece comprendere che niente era cambiato, che tutto era esattamente come allora perché come allora lei era bella e incredibilmente giovane, e gli anni trascorsi a combattere altro non erano stati se non un tentativo di vincere il sentimento provato per lei senza però poterci riuscire.