I VIAGGI DI GULLIVER - Jonathan Swift
- 30 marzo 2020 Cultura
Ogni mattina alle ore 08:00 proponiamo ai nostri lettori la parte iniziale e finale di un capolavoro della letteratura universale. A cura di Antonella Di Vincenzo
INCIPIT
Bisogna accostarsi a Gionata Swift con l'animo ben
disposto e compenetrato dall'onore che il gigante ci
concede. Simile ad uno di quei brobdingnaghesi alti
come campanili, tranquilli e freddi per la stessa
coscienza della loro forza, egli acconsentirà a prenderci
con garbo tra il pollice e l'indice per innalzarci fino
all'altezza del suo viso, e noi potremo allora
contemplare quella immane fisionomia resa brutta dalla
sua stessa vastità e tormentata dall'abitudine di vedere
gli uomini e le cose troppo dall'alto. Lo vedremo spesso
ridere, e rideremo con lui, ma di qual riso! Lo
spalancarsi di quella bocca grande come un forno che
scopre dei denti lunghi un braccio, la smorfia di quei
boscosi sopraccigli e l'ammiccare di quegli occhi simili
a lucidi specchi crudeli ci muovono ad un'ilarità
convulsa, che pare diletto ed è piuttosto paura. Il gigante
che sghignazza ha sempre qualcosa dell'orco che
pregusta il sapore delle nostre carni; i suoi lazzi mettono
i brividi, la sua allegria ci fa sentire tutta la pochezza
della nostra persona: bisogna desiderare, pure
avvampando di vergogna, che egli si diverta ancora alle
nostre spalle, perché quando diventerà serio chi
gl'impedirà di divorarci?
FINIS
Avrei molti altri motivi di lagnanza, ma non voglio
tormentare più oltre voi e me. Confesso francamente
che qualche rimasuglio della mia natura di iahù si è
manifestato di nuovo in me, per il contatto inevitabile
con taluno della nostra specie, e particolarmente con le
persone della mia famiglia: altrimenti non avrei mai
neppur concepito lo sciocco disegno di riformare i
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costumi degli iahù in questo paese. Ma ormai ho
rinunziato a simili fantastici piani, per sempre.
2 aprile 1727