IL CASTELLO DI OTRANTO - Horace Walpole

Ogni mattina alle ore 08:00 proponiamo ai nostri lettori la parte iniziale e finale di un capolavoro della letteratura universale.
A cura di Antonella Di Vincenzo

INCIPIT
MANFREDI, prencipe di Otranto, aveva un figlio, ed una figlia. Questa nominavasi Matilda, era nella età di anni diciotto, e di maravigliosa bellezza dotata. Il giovine, chiamato Corrado, già pervenuto al quintodecimo anno, dimostrava grossolano ingegno e complessione malsana, ma con tutto ciò venia parzialmente amato dal padre, il quale non dette mai alcun segno d'affetto a Matilda. Manfredi avea destinata al suo figlio in isposa Isabella, figliuola del marchese di Vicenza, la quale, già rimessa nelle mani del prencipe dai tutori della medesima, ritrovavasi in Otranto, a fine di celebrare le nozze, tostochè la salute cagionevole di Corrado lo concedesse. L'impazienza di Manfredi per far la ceremonia nuziale fu osservata dalla famiglia sua e dai vicini. Quei di casa, a dir vero, temendo la rigida natura di esso, non ardivano manifestar le loro differenti opinioni intorno al voler egli precipitar cotanto gl'indugj. Ippolita, di lui consorte, sopramabile gentildonna, si fece diverse volte animo a rappresentargli il pericolo di ammogliare l'unico figlio in così fresca età, atteso tantopiù il di lui infermiccio stato di salute; ma egli, invece di darle su di ciò analoga risposta, rivolgea destramente il discorso sulla di lei sterilità, per avergli partorito un solo erede.

FINIS
Avendo il religioso fatto fine al parlare, ritiraronsi tutti al convento. Nella vegnente mattina, Manfredi sottoscrisse di sua mano la renunzia del principato col consentimento d'Ippolita, e si chiusero ambedue ne' vicini monasteri per finirvi i loro giorni. Federigo offerse la sua figliuola al nuovo prencipe; ed Ippolita, indotta dalla tenerezza sua per Isabella, fece ogni possibile sforzo, onde persuadere a Teodoro di unirsi con essa in matrimonio; ma troppo recente era l'affanno suo da rivolgersi così presto ad altro amore; per il che non si pensò più per allora a ragionargli di nozze. Federigo andossene con tutta la comitiva a Vicenza; ed Isabella chiese grazia al padre, e l'ottenne, di rimanere in convento presso Ippolita, sino a tanto che egli avesse disposto della sua mano. Teodoro, trattanto che si rifabbricava il palazzo, ritirossi con sufficiente famiglia in un casino assai comodo, situato in cima ad un monticello che dominava il mare per ogn'intorno. Visitava egli sovente le due dame al monastero, imperciocchè di niun'altra cosa più curavasi che d'intertenersi colle medesime, e ragionar seco loro della sua adorata Matilda. La conformità delle sue idee con quelle d'Isabella in riguardo alla defunta principessa, fecegli nascere in cuore il desiderio di rinnovare ogni giorno i melanconici discorsi; e fosse amore, fosse brama di parlar continovamente dell'amato oggetto con Isabella, sotto il qual pretesto avesse Amore, come suole, ascoso un novello ardore, dentro lo spazio di un anno se la tolse in consorte, e vissero ambedue lieti e felici, se non che conservarono sempre viva la funesta memoria delle passate sventure.

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