IL RACCONTO DELLE 22 Nadia - 7

Il capo struttura della trasmissione "Gli sciacalli” ci precedette all’interno del centro televisivo, dove si trovavano quattro dei venti studi fatti costruire nel corso di trent’anni. La trasmissione giornalistica ideata da Elia e condotta fra gli altri da Nadia era realizzata nello studio 4, situato in fondo al corridoio, in quel momento deserto. Al piano superiore, oltre al bar, si trovavano i camerini, e la sala trucco al centro del corridoio. Tutti quelli che incrociavamo rivolgevano un saluto cordiale a Nadia, uno deferente a Elia, e un semplice sguardo curioso a me. Entrammo nella sala trucco, all’interno della quale un maiale baffuto e panciuto era sottoposto al trucco facciale con una delicatezza fuori luogo, visto che per la sua faccia devastata sarebbe stata necessaria una cazzuola ricolma di cemento a presa rapida. Anche qui Nadia venne accolta da saluti calorosi e -almeno così pareva- sinceri, ai quali lei rispose con affetto. Più avevo modo di conoscerla, quella ragazza, e più tendevo a valutarla per quello che era: una persona autentica, priva di maschera e di trucco scenico.

Mi avvicinai al telefono fisso. Era di quelli che riportano il tasto RP, vale a dire “Ripetere”. Una volta cioè che una telefonata era stata fatta, riportava il numero effettuato fino alla telefonata successiva.

Restai fermo un attimo a pensare. Poi chiesi, rivolto alla truccatrice, una piccoletta dallo sguardo sprezzante perché conscia del suo grande, immenso valore:

- Brenda oggi non c’è?

La piccola donna: piccola perché bassa di statura, ma che di età doveva veleggiare sui cinquanta e rotti disse: - È uscita alle quattro. Oggi aveva il turno del mattino.

- Può dirmi dove abita? Nonché fornirmi il numero del suo cellulare? Sono un detective privato, e avrei bisogno di parlarle. 

Così dicendo le mostrai il documento che attestava quanto andavo raccontando.

Elia avvalorò la mia richiesta.

- Patrizia, diglielo pure. Il signor Solmi lavora per noi.

La donnetta cavò fuori il proprio cellulare e mi dettò il numero della sua collega che segnai su un notes. La ringraziai.

Nadia disse, rivolta a Elia: - Luca è in ufficio?

- No - la informò. - È uscito poco dopo le quattro.

L’affermazione colpì forse tutti e tre. Decisi di fare ritorno nella sala trucco. Patrizia e il porco baffuto fissarono i loro occhi: curiosi la prima, porcini ovviamente il secondo, su di me.

 

- Mi scusi, Patrizia: la sua collega ha per caso lasciato detto dove si recava?

- Non propriamente - rispose lei. - Ma so che di solito quando esce a metà pomeriggio ne approfitta

  per fermarsi in un supermercato a circa cinque chilometri da casa sua, il GS nei pressi di Lambrate.

- Va bene. La ringrazio.

Lasciai nuovamente la sala e questa volta definitivamente. I due giornalisti mi fissarono incuriositi.

- Forse ci siamo, Nadia - dissi rivolto alla ragazza. - Vuole venire con me? Andiamo al supermercato GS a controllare se ci sono prodotti con il prezzo scontato.

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