L'allegria di Gianfranco D'Angelo

Nelle sue presenze televisive e teatrali

Di recente, nel Tg satirico "Striscia la notizia", si è ricordato nel finale travolgente della trasmissione impertinente il quarantennale della trasmissione "Drive In", che ogni sera aveva ospiti. Alcuni sono nel frattempo deceduti, quali Andrea Brambilla-Zuzzurro, Giorgio Faletti con i suoi tanti personaggi e Gianfranco D'Angelo, morto a Roma città dove era nato il 19 agosto 1936, il 15 agosto 2021. Il comico romano ha presenziato in tutte le puntate del programma a partire dalla prima del 1983 all'ultima del 1988. D'Angelo era un bravo attore, divertente e divertito nel proporre i vari personaggi che ottimi autori gli sottoponevano, capace di caratterizzare quelli noti come Roberto Gervaso e Marina Ripa di Meana, Pippo Baudo e Katia Ricciarelli, Piero Angela e Raffaella Carrà, nonché i vari personaggi che popolavano le lunghe puntate del ciclo di trasmissioni. Dava comunque l'impressione - e questo anche nei suoi film per il cinema: 38 a partire dal 1968 - che nel personaggio in questione non ci si calasse completamente, a differenza di Lino Banfi o Alvaro Vitali, di Renzo Montagnani o Mario Carotenuto. In lui vi era sempre come se la sua grande memoria lo portasse a recitare il testo - spesso di Enrico Vaime - preoccupandosi soprattutto del suo dipanare consequenziale che declamava con velocità e chiarezza. Generalmente tre monologhi a puntata: in apertura, in chiusura, e a metà trasmissione. Più, come prima si accennava, i vari e più o meno veri personaggi spesso interpretati a fianco di Ezio Greggio. La sua grande memoria lo aveva fatto chiamare dagli impresari teatrali quando era capitato di dover sostituire in breve tempo un attore infortunato, come ad esempio Gastone Moschin colpito da infarto in "Tredici a tavola", o nel ruolo del protagonista in "California Suite", che ero andato a vedere al San Babila di Milano, accorgendomi del fatto che la commedia finiva troppo presto. E infatti così era, poiché il lavoro veniva allungato da un cantante-musicista che sciorinava canzoni milanesi, per poi concludersi con Gianfranco D'Angelo e un suo lungo monologo declamato in stile Drive In, che forse risultava essere il momento più gustoso del pomeriggio teatrale. D'Angelo prima di intraprendere la carriera di attore brillante aveva svolto diversi lavori, tra i quali quello di impiegato alla Sip. Poi a furia di insistere eccolo approdare dapprima in piccoli teatri quali il Puff di Lando Fiorini, a Trastevere, e il Bagaglino che dopo la prima sistemazione in scantinati come quelli che servono a far riposare il vino imbottigliato affinché divenga più forte e gustoso approdò al bellissimo nonché celeberrimo Salone Margherita, storico locale sito in via Dei due Macelli, entrando a far parte del gruppo di attori messo su da Castellacci e Pingitore, affiancando Oreste Lionello, Enrico Montesano, Leo Gullotta, Bombolo e varie soubrette il cui cuore ancora batte al loro ricordo: Pamela Prati, Valeria Marini, Gabriella Labate. Forse Gianfranco D'Angelo è stato un comico prettamente televisivo - di certo fu con la Televisione che ottenne i suoi più grandi successi; o forse il suo tipo di umorismo era simile a quello che un giornale umoristico porta in sé: velocità e poca caratterizzazione del personaggio. Fatto sta che la sua presenza ha caratterizzato molti anni: prima in Rai, poi in Fininvest, quindi nuovamente in Rai, dove il suo recitare rappresentava come il timbro di garanzia che segnala l'imprimatur per un lasciapassare di allegria trasmessa da un palcoscenico teatrale o televisivo.     . 

Antonio Mecca

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