L’USCITA PROIBITA di Albertina Fancetti

TREDICESIMA PUNTATA

- Suonò il campanello. Adalgisa andò ad aprire la porta con circospezione. Era Neera, la scrittrice.

- Hum! Che profumino, non mi dire che sei ancora capace di fare le torte Adalgisa - esordì con la solita ironia, mentre entrava in cucina e si guardava intorno con vivacità.

- L’ho preparata per Rubina. Questa sera va a cena da amici e le hanno chiesto di portare un dolce.

- Devo ammettere che ha un aspetto splendido, brava! Anch’io voglio fare qualcosa per questa graziosa ragazza. Aspettatemi… torno subito.

Tornò infatti dopo alcuni istanti portando un paio di orecchini in oro brunito e granati e un fermaglio per capelli impreziosito allo stesso modo. 

- Sono certa che staresti benissimo con i tuoi bei capelli raccolti e questi gioielli sono proprio adatti a una serata speciale.

- Non posso accettare, sono troppo preziosi e starei tutta la sera con l’angoscia di poterli smarrire - disse Rubina commossa.

- Stai tranquilla, non succederà niente del genere, non li perderai e soprattutto non ti perderai - disse Neera aiutandola a indossarli. 

Adalgisa le lanciò uno sguardo allarmato che non sfuggì alla ragazza. I lunghi orecchini le accendevano riflessi vivaci sul volto pallido. La lunga gonna zingaresca e la camicetta di sangallo portata sotto il giubbotto di pelle completavano l’immagine. 

- Sei davvero bellissima! - commentarono le due donne, mentre Rubina usciva con la torta fra le braccia e il cuore colmo di affetto per le sue ospiti. Scese le scale e al primo piano fu intercettata dalla signora Gallo che stava rientrando in compagnia di un uomo che indossava una improbabile divisa da tranviere. 

- La trovo affascinante stasera Rubina, sta forse andando a una festa? - le chiese incuriosita.

- Vado solo a una cena fra compagni di università - rispose la ragazza. 

- Aspetti cara, voglio darle il tocco finale. - Giuliana entrò in casa seguita dal tranviere. Rubina rimase sul pianerottolo intrattenuta da Menelik, che dimostrava una insana passione per i suoi stivali. 

- Ecco con questo sarà perfetta! - esclamò la signora Gallo, volteggiandole intorno in un turbinio di fiori del suo ampio vestito, spruzzandole sulla nuca un profumo dall’aroma speziato che evocava misteri di terre lontane. Rubina la ringraziò e scese di corsa le scale. Rimase qualche minuto a meditare sulla sibillina esortazione che sia Neera sia Giuliana avevano proferito quasi nello stesso momento, ognuna di loro aveva voluto regalarle una sorta di talismano portafortuna. Si affacciò correndo sulla via Legnano e fece un cenno a un taxi di passaggio. L’auto si fermò davanti a lei frenando dolcemente.

- Buonasera signorina, ha poi trovato l’indirizzo che cercava? 

Rubina indugiava, osservando con attenzione il volto del taxista.

- Non si ricorda di me? – insistette l’uomo. - Io invece la ricordo benissimo.

- Ho capito! È stato lei ad accompagnarmi qui la sera del mio arrivo a Milano - rammentò Rubina.

- Proprio così, ma salga prego e mi dica dove la devo portare. Spero che questa volta avremo maggior fortuna… 

- Rubina riferì all’autista l’indirizzo di Marco e si accomodò sul sedile posteriore appoggiando il vassoio con la torta. 

- Che buon profumo di dolci, mi fa venire l’acquolina in bocca, ho appena iniziato il mio turno e non ho avuto il tempo di cenare - disse l’autista.

- Gliene offrirei volentieri una fetta, ma sto andando a cena da amici e ho promesso di portare il dolce.

- Non si preoccupi, stavo scherzando. Come si trova a Milano signorina? 

- Molto bene, è una città fantastica e piena di sorprese. 

- Vedo che si è già fatta degli amici. 

- È normale quando si frequenta l’università - rispose Rubina, lievemente seccata.

- Allora spero che ci sarà qualcuno che la riaccompagnerà a casa dopo cena, può essere pericoloso essere in giro da sola a tarda notte.

- Ma io non ho intenzione di tornare tardi, voglio essere a casa per mezzanotte.

- Come Cenerentola? - scherzò l’autista. Rubina sorrise senza rispondere.

- Se vuole posso passare a prenderla un quarto a mezzanotte, con le strade libere arriveremo in via Legnano in dieci minuti - propose l’uomo.

- Davvero mi farebbe questa cortesia? - chiese Rubina. 

- Ma certo, con molto piacere.

- Allora scenderò alle undici e quarantacinque - disse Rubina.

- Ci sarò - promise l’uomo - buona serata! 

Rubina arrivò ben presto a casa di Marco, situata in un edificio moderno con un portone tutto vetri. Dopo pochi minuti fece il suo ingresso nel cuore della festa attirando l’attenzione di tutti i presenti.

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