“LA CITTÀ CHE SALE” UNA NUOVA LUCE SULLA CITTADELLA DEGLI ARCHIVI

L'installazione realizzata con il contributo di Fondazione Aem - Gruppo A2A

In occasione della Milano Digital Week, è stata inaugurata l'installazione "La città che sale" collocata sulla torre archivio della Cittadella degli Archivi, il polo archivistico del Comune di Milano di via Gregorovius. Alta sette metri, riporta il nome di Boccioni, il pittore della Città che sale, il futurista che inneggiava alla luce elettrica, allo sferragliare dei tram e alla nuova città. Gli autori sono Vedovamazzei, gli artisti Simeone Crispino e Stella Scala coppia navigata dell’arte italiana che ha fatto dell’uso del neon un marchio di fabbrica. Qui sintetizzano in un veloce corsivo il mondo complesso che abita questo gigante grigio prefabbricato. La calligrafia è di Marinetti, da una lettera del 1934 che documenta la vendita per 8mila lire al Comune della scultura di Boccioni, universalmente nota come "Forme uniche nella continuità dello spazio" ora al Museo del Novecento, Forme uniche nella continuità dello spazio. Siamo a Niguarda, dove da 5 anni confluiscono le carte comunali, dall’anagrafe alle pratiche edilizie, dai registri scolastici ai piani regolatori. Ma non solo. Il polo archivistico del Comune di Milano, sito in via Gregorovius 15 (zona Niguarda/Bicocca) può custodire circa 70 chilometri lineari di fondi dentro un archivio meccanizzato di ultima generazione.

La Cittadella degli Archivi, attivata nel 2012 e aperta al pubblico dal marzo del 2015, ospita al momento più di 150.000 faldoni, che occupano circa 40 km lineari e contengono 1,5 milioni di pratiche e fascicoli, gestiti da un archivista speciale: Eustorgio, un robot di ultima generazione, dotato di intelligenza artificiale. Capace di estrarre in maniera automatica i faldoni presenti in una delle otto corsie d’acciaio che custodiscono i documenti, Eustorgio contribuisce a rendere la Cittadella uno dei più grandi archivi meccanizzati d’Europa.
Ogni settimana giungono dalle varie sedi del Comune circa 500 nuove unità di contenimento, risultato delle bonifiche eseguite presso i vari archivi: le unità giungono in nuovi faldoni, con nuove etichette e codici a barre identificativi del contenuto.
È stato avviato un processo di digitalizzazione a richiesta delle pratiche, che ha come obiettivo la preservazione dall’inevitabile deterioramento della carta e la più ampia consultabilità per tutti, nell’ottica di rendere la cittadella, prezioso custode dell’identità dei milanesi, centro propulsivo nel processo di dematerializzazione che l’Amministrazione comunale sta portando avanti con l’Assessorato alla Trasformazione digitale guidato da Roberta Cocco. Grazie alla convenzione tra Archivio di Stato di Milano, Liceo Artistico Brera e Assessorato alla Trasformazione digitale e Servizi Civici, la Cittadella degli Archivi ospita un progetto che s’inserisce all’interno del programma di alternanza scuola-lavoro, il tirocinio previsto dalla legge 107 del 2015 (La Buona Scuola). Nei tre mesi successivi, gli studenti, suddivisi in gruppi, hanno eseguito ben 2.800 scansioni, comprendenti centinaia di fotografie originali de «Il Popolo d’Italia», il registro del braccio tedesco del carcere di San Vittore e tre registri della peste milanese del 1630.

I documenti dell’archivio sono a disposizione di studenti, professori, ricercatori e di tutti coloro che desiderano svolgere attività di ricerca e consultazione. Le iniziative culturali promosse dalla Cittadella (documentari, pubblicazioni, interventi artistici di abbellimento della struttura) contribuiscono inoltre a rivitalizzare l’area cittadina che la ospita, nel quadro dell’impegno dell’Amministrazione per le periferie urbane.

Tina Nava

 


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