LE MIE VACANZE 7

Nell'estate del 1974 ci recammo a passare una settimana a Miramare di Rimini e proseguire la vacanza in Basilicata. Alloggiavamo in una pensione gestita da una coppia. Il cibo era abbastanza buono e la sala da pranzo più che capiente accoglieva coppie giovani e anziane, famiglie provviste di prole vociante. C'era anche qualche solitario e si notava immediatamente. Giunse anche una coppia di donne da Torino: madre e figlia. Quest'ultima era timida e intimorita quanto me. Non particolarmente bella di viso, era però dotata di un fisico da sballo, che induceva a pensieri licenziosi. Arrossiva facilmente, e io con lei. Indossavo infatti spesso una camicia con su riprodotti quelli che parevano ragni e dal colletto che ricordava le ali di un pipistrello pronto a spiccare il volo, più un paio di pantaloni color vinaccia che parevano avere assunto quel colore lì dopo che il vignaiolo aveva zampettato freneticamente nella tinozza intento a pestare i grappoli. E siccome la parte inferiore era a zampa di elefante, il pachiderma doveva averci messo molto zelo nel pestaggio. Ma era l'epoca che richiedeva così, e noi non si poteva far altro che adattarci. La colonna sonora di quell'estate era costituita da una canzone di Baglioni: "E tu", e da una di Marcella. La procedura della giornata: mattino in spiaggia e al mare per una fresca nuotata; poi pranzo e quindi nel primo pomeriggio pennichella riposante, dopo in spiaggia e alla sera dopo cena, passeggiata sul lungomare. L'odore del cibo: frittura di pesce in primis, aleggiava e alloggiava pressoché per tutto il giorno, e la passeggiata sotto il sole al tramonto rappresentava una procedura che dava davvero una sensazione di eternità.
Peccato però che la vacanza era destinata a finire e la giovinezza predestinata a terminare, ma il pronto ricambio generazionale faceva illudere che tutto procedesse come sempre. A staccare dalla procedura solita era la pur rara giornata di pioggia, o anche semplicemente di cielo coperto, per cui per quel giorno niente spiaggia e niente mare. Allora mio padre ci portava in auto nei dintorni - Riccione, Cattolica, Rimini, magari in un cinema di quest'ultima città - dove quell'estate avevano programmato un film della serie "Colonnello Buttiglione", dove il colonnello era impersonato dall'attore francese Jacques Dufilho, doppiato dall'attore italiano Elio Pandolfi. Era, per quanto riguarda le gag, al livello della comicità di caserma dove peraltro il film era ambientato, e fra i comprimari vi si trovavano Aldo Maccione e Alvaro Vitali. quest'ultimo di lì a poco sarebbe diventato una delle Star del filone sexy all'italiana, affiancando e sfiancando Renzo Montagnani, Lino Banfi, Gloria Guida, Edwige Fenech. Si usciva dal cinema sufficientemente soddisfatti, prendendo per buona la giornata in via di conclusione. 
Antonio Mecca

L'INGLESE CANTANDO

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