MILLE CANZONI UN LIBRO
- 07 giugno 2020 Cultura
"Oh, Salvatore!", il romanzo di Mino Reitano
Il 1976 fu l'anno di uscita del film "Oh Serafina", diretto da Alberto Lattuada, interpretato da Renato Pozzetto e Dalila Di Lazzaro, e ricavato dall'omonimo romanzo di Giuseppe Berto pubblicato nel 1973. Sempre nel 1976 uscì anche "Oh, Salvatore!", non come film bensì come libro, autore: Mino Reitano. Il romanzo riscosse un buon successo, tanto da entrare come finalista al XXV premio Bancarella del 1977. Mino Reitano aveva all'epoca 32 anni, essendo nato il 7 dicembre 1944 a Fiumara, provincia di Reggio Calabria. Rimase orfano di madre a soli due anni, vivendo con il padre Rocco, ferroviere, e cinque fratelli. Studiò al Conservatorio pianoforte, violino e tromba. Nel 1961 esce il suo primo 45 giri: "Tu sei la luce - Non sei un angelo" e alla fine di quell'anno, diciassettenne, si reca ad Amburgo con il gruppo musicale del quale facevano parte i fratelli per esibirsi in alcuni locali dove anche un gruppo musicale inglese di coetanei si esibiva. Si trattava dei neonati Beatles, e i ragazzi italiani e inglesi fraternizzeranno, con Mino che legherà particolarmente con Lennon, forse l'elemento più carismatico del gruppo. Reitano racconterà più volte di quell'amicizia con il complesso inglese, e molti non gli credevano, salvo poi ricredersi quando nel 1988 Paul McCartney, ospite del festival di Sanremo dirà: "What is my friend Beniamino?".
A Sanremo, 21 anni prima, Reitano aveva presentato un brano scritto da Mogol-Battisti dal titolo: "Non prego per me". L'anno dopo sarà in Hit Parade con le ormai diventate celebri "Avevo un cuore che ti amava tanto" e "Una chitarra, cento illusioni", quest'ultima supererà le 500.000 copie di vendita, aggiudicandosi il disco d'argento. Sempre in quel 1968 viene costruito il Villaggio Reitano, ad Agrate Brianza, il quale ospiterà parenti stretti e amici del cantautore calabrese. L'anno successivo scrive la toccante canzone "Il diario di Anna Frank", che il gruppo dei Camaleonti porterà al successo.
È però il decennio dei Settanta a farlo decollare. Nel 1971 esce infatti la famosa canzone "Era il tempo delle more", che si aggiudica la vittoria al Cantagiro, poi reciterà addirittura in un western all'italiana: "Tara Pokì", per il quale scriverà la colonna sonora, comporrà per lo Zecchino d'oro la canzone "La sveglia birichina", che vincerà la manifestazione canora e: nel 1976, scriverà il romanzo "Oh, Salvatore!". Si tratta questa di una vicenda in parte autobiografica, che narra dell'approdo a Milano di Salvatore De Vita, giovane calabrese istruito e amante dei libri, il quale ha il sogno di recarsi al Nord dove restare per qualche tempo per poi fare ritorno al paese natio aprendo librerie che portino anche lì la cultura e con essa facendo svegliare la popolazione locale rendendola consapevole dei loro diritti oltre che doveri. E alla fine sembrerebbe esserci riuscito, sebbene il Sud non solo d'Italia ma del mondo sembra avere in sé una doppia caratteristica: quella della benedizione della sua bellezza, del suo clima, della sua natura ma - anche - della maledizione della sua povertà, in parte dovuta anche a loro stessi perché su tanta gente onesta e buona c'è una parte disonesta che prolifera con la prepotenza e la violenza.
Dopo i primi tempi nei quali la grande città gli risulta ostica, finirà poi per abituarsi, lavorando nella grande libreria del celebre Renzo Cortina, allora situata in piazza Cavour, e conoscendo persone che contano con le quali uno come Salvatore ha ben poco da spartire e finiranno per disgustarlo al punto tale da fargli anticipare il rientro in Calabria.
Cosa che il suo autore invece non farà rimanendo in Lombardia e abitando ad Agrate Brianza fino al 27 gennaio 2009, quando due anni dopo avergli diagnosticato un tumore morirà all'età di 64 anni. Sebbene la canzone che più lo rappresenterà sia stata "Italia", scritta da Umberto Balsamo, le migliori della sua produzione restano "Una ragione di più (in collaborazione con Franco Califano, Luciano Beretta e Ornella Vanoni), "Il tempo delle more" e "Una chitarra, cento illusioni", brani che uniscono la forza sincera di un uomo innamorato della sua terra, del suo lavoro e della sua famiglia con la musicalità a lui congenita. È un peccato che Mino sia stato autore di un solo romanzo, ma d'altronde anche Margaret Mitchell fu autrice di un unico romanzo rimasto unico nel panorama della letteratura mondiale: "Via col vento", senza più azzardarsi a scriverne il successivo. Forse Reitano si considerò ampiamente soddisfatto dalla buona riuscita del suo unico romanzo, preferendo non assoggettarsi a un secondo tentativo e alla fatica che ogni libro - se scritto con serietà - comporta.
Antonio Mecca