A PALAZZO REALE DE CHIRICO, LA “MOSTRA”

A quasi cinquant’anni dalla personale del 1970, le sale di Palazzo Reale ospitano Giorgio de Chirico (Volos, 1888 – Roma, 1978) in una straordinaria retrospettiva: il curatore, Luca Massimo Barbero, è un grandissimo esperto del pittore, i circacento dipinti sono prestiti eccellenti di importanti musei internazionali, dalla Tate Modern di Londra al Metropolitan Museum di New York, dal Centre Pompidou di Parigi alla Peggy Guggenheim di Venezia, più le numerose istituzioni milanesi, a formare un unico capolavoro. Per la prima volta la mostra antologicasi allontana dai clichè e dalle critiche, che per decenni hanno nascosto il vero de Chirico, e offre la chiave d’accesso all’arte e all’anima di uno dei maggiori esponenti e più rivoluzionari, insieme a Picasso, dell’arte moderna.
Suddivisa in otto sale, l’esposizione procede per temi, secondo accostamenti inediti e confronti originali, una catena di reazioni visive, che, come scriveva de Chirico nel 1918, rincorrono “il demone in ogni cosa […] l’occhio in ogni cosa [perché] Siamo esploratori pronti per altre partenze”. Il linguaggio è sofisticato, ma così dirompente da eliminare le barriere. L'artista comunica col pubblico, che passeggia attraverso una pittura ermetica con le radici in Grecia, che matura nella Parigi delle avanguardie, dà vita alla Metafisica, stregando i surrealisti e conquistando Andy Warhol e getta , infine, scompiglio con le irriverenti rivisitazioni del Barocco.
A causa della sua fama, de Chirico è poco visto, poco guardato - ha spiegato Barbero. - Ho voluto ambienti chiari per poter guardare davvero le sue opere, confrontarle e poi soffermarsi sui particolari. Protagonista della mostra è la pittura e come lui la interpreta. Picasso non esce mai dalla realtà, de Chirico invece lavora sulla visione. Nello spirito della composizione c'è sempre un'inquadratura, cornicione, angolo, finestra o portico, e una fuga: un viaggio attraverso gli spazi. Costruzioni impossibili e qualcosa che non c'entra, c'è sempre un errore.
L'enigma de Chirico e la sua ironia sono palpabili e potenti in ogni sua espressione.
Diceva Jean Cocteau:  “de Chirico, pittore accurato, prende in prestito dall'esattezza dell'inesattezza, l'uso del vero per promuovere il falso”.

L’esposizione, è aperta fino al 19 gennaio.

Grazia De Benedetti
Foro: De Chirico, L'enigma di una giornata

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