Tornate a casa
- 12 settembre 2024 Cultura
Voglio dire a Giulia di tornare
È proprio vero che l'antico detto : "Così il padre, così il filio", è perfettamente adattabile ai tempi nostri, non meno barbari di quelli di ieri. Ciò che la madre del mostro che ha ucciso con numerose coltellate un angelo di nome Giulia, e che quando i due erano scomparsi dalla circolazione ha detto davanti alle telecamere: "Tornate a casa, voglio dire a Giulia di tornare", è un perfetto esempio di ciò che di imperfetto un genitore spesso è.
Figuriamoci se "la Giulia", come lei appellava quella povera creatura ex fidanzatina del figlio, si sarebbe allontanata volontariamente da casa proprio a ridosso degli esami di maturità, esami ai quali giustamente teneva tanto. È che "la Giulia", pur riluttante nel rincontrare il suo ex, pure disgustata nonché spaventata dal continuo martellio nel richiedere da lei amore, un amore ormai evaporato e finito, ancora aveva nei suoi confronti come un senso di colpa che non la faceva recedere dalla richiesta di amore. Un amore malato che mendicava il suo, di amore, Giulia era una di quelle creature alle quali sono state tarpate le ali per impedire loro che si innalzino ancora di più sopra le nostre teste, quasi non accettassimo il loro giudizio. Invece il pregiudizio nostro di uomini malati del proprio ego: quello andava più che bene. Non so quanto sia corretto affermare che la nostra: di noi uomini, è la cultura del patriarcato. So però che la nostra è talvolta l'incultura di maschi che non accettano di venire scaricati, il divenire di creature da millenni abituate ad occupare uno scranno che sovraintende le cose e le persone, in genere e di genere femmine. Bisogna dirlo qui una volta per tutte: non è che il genere femminile sia nettamente migliore di quello maschile, perché il netto ricavato dalla pulitura del lordo non dà quasi mai il bianco candore delle nuvolette che ci sovrastano. Ma: detto questo, non ci si deve permettere di agire come purtroppo spesso si agisce al rifiuto femminile di noi uomini, perché noi uomini non siamo Dei in terra e se anche lo fossimo dobbiamo rispettare il contraltare umano che condivide con noi la presenza su questo pianeta. Un pianeta unico nello spazio che lo spazio accetta: almeno per il momento, di fornircelo. L'intercettazione nel carcere dove il Turetta è custodito ha visto suo padre rivolgersi con le seguenti parole rassicuranti al figlio: "Tu non sei un terrorista, un mafioso. Il tuo è stato un attimo di perdita di controllo, e alla fine ne uscirai". Tutto questo senza una parola di pietà per la povera Giulia, che ha avuto l'unico torto di preoccuparsi anche troppo per il suo ex e di cercare di tirarlo su, quando per tirare su un simile uomo sarebbe necessaria una robusta corda da capestro che lo innalzasse a qualche centimetro dal patibolo. Un attimo di perdita di controllo. Un attimo che si è dilatato fino a durare giorni, pianificato da un giovane malato con la precisa volontà di uccidere, se non avesse avuto la possibilità di riavere tutta per sé la ragazza dei suoi sogni tramutatisi in incubo.
Antonio Mecca