Tutti quanti, almeno una volta, abbiamo usato questo colorito modo di dire tipicamente meneghino.
Andare a manetta e a tutta manetta sono infatti sinonimi di andare a gran velocità o accelerare. Nello specifico a Milano, El manètta è il guidatore di tram e l’origine di questo nomignolo è riportata da diversi testi di storia riguardanti i mezzi pubblici. In rete le scarne notizie riportano la stessa informazione, talvolta con svarioni temporali di un decennio o con informazioni del tutto errate.
In soldoni si legge ciò che segue: nel 1884 Luigi Manetta, conduttore del tram a cavalli N. 26, provocò un clamoroso incidente con una vettura (carrozza) privata che portò i brumisti, tassisti di allora, a chiedere una vertenza giudiziaria nei confronti dei primi tranvieri.
Di questa vicenda non si cita mai una fonte ma tutti la tramandano in modo leggendario. In soccorso giunge l’archivio del Corriere della Sera, il quale riporta fatti decisamente dissimili.
Vediamo quindi cosa accadde la mattina del 14 luglio 1884.
Intorno alle 10:15 del mattino il tram a cavalli N.26 è costretto a interrompere la marcia in Largo La Foppa per la presenza di teppisti sui binari. Il cocchiere è un certo Beretta 9; non ne viene indicato il nome di battesimo perché la Società Anonima Omnibus aveva ben 12 Beretta alle sue dipendenze. Il conducente invece, più simile alla figura del controllore, era appunto Luigi Manetta. Il Beretta utilizza il fischietto e domanda ai giovinastri, sette o otto, di spostarsi ma alcuni di questi salgono sulla vettura circondando il Manetta e terrorizzando i passeggeri. I due responsabili del mezzo non si lasciano intimidire e, nonostante l’inferiorità numerica, ingaggiano una lotta subendo diversi colpi. Fortunatamente sopraggiungono due soldati di cavalleria a dar loro manforte. A quel punto uno dei delinquenti estrae la manovella del freno e tenta di colpire un soldato, il quale gliela strappa di mano e la fa cadere vicino alla postazione del Manetta che è praticamente circondato. Con pragmatismo meneghino si china, raccoglie la manovella e la dà in testa al teppista più vicino… Deve essere stata una gran bella mazzata perché viene riferito che la botta e gli schizzi di sangue fecero scappare a gambe levate tutti gli altri malintenzionati. Si specifica poi nell'articolo che si trattò di aggressione con furto, dato che alcuni passeggeri furono ripuliti dagli orologi, e non di una rappresaglia contro i tranvieri (ai tempi chiamati tramvieri). Furti, scippi e rapine erano all'ordine del giorno in quel periodo… E a quanto pare la situazione non è molto cambiata.
Concludendo: la velocità non c’entrava nulla, non vi fu alcun incidente tra un tram e una carrozza (non in quella data, almeno), il tram non era elettrico (dopo un anno di sperimentazione il primo della Edison arrivò nel 1893) ma a cavalli e il Manetta (mai più menzionato dalle cronache locali), non era neppure alla guida del mezzo. Rimane il fatto che il signore in questione battezzò la famosa manovella col proprio nome definendo in seguito un’intera professione… Ma più che andare a manetta, ne diede a manetta!
Viene in nostro soccorso l’etimologia del termine: sul dizionario milanese-italiano la manètta oltre a venir tradotta come manopola e guidatore di tram significa anche a rompicollo (a tutta manetta). A rompicollo o a rotta di collo come prima definizione intende una persona che è pronta a gettarsi a capofitto in iniziative pericolose con conseguente grave danno per altri e il nostro Manetta ci rientra in pieno.
Solo nella locuzione avverbiale assume la connotazione della velocità spericolata. Inoltre un altro fatto, accaduto il giorno successivo, potrebbe aver contribuito a creare confusione mescolando eventi diversi; l’assemblea generale dei brumisti tenutasi in Via Borgospesso al civico 26 (stesso numero del tram del Manetta). Che non corresse buon sangue tra i brumisti e il nuovo servizio di trasporto pubblico milanese non è un segreto per nessuno. Da quando erano state posate le rotaie, gli antenati dei tassisti erano spesso costretti a parcheggiare sul marciapiede e di incidenti ne capitavano sovente. Tuttavia la causa principale dell’astio era che gli affari andavano male. Il trasporto pubblico efficiente, puntuale ed assai economico aveva messo in crisi un intero settore che, per quanto regolamentato già da tempo, talvolta applicava tariffe esorbitanti e del tutto arbitrarie a seconda del percorso e del tempo impiegato…Certe cose non cambiano mai. L’assemblea in Via Borgo Spesso discusse appunto sul diminuire le tariffe per rimanere concorrenziali.
Pare inoltre strano che il Corriere, soltanto quattro mesi dopo, dia ampio spazio a un banale guasto con conseguente ritardo sulla Milano- Pavia, omettendo il presunto incidente del 14 luglio, sempre descritto dagli storici come clamoroso, pur inserendo quotidianamente in cronaca ogni scontro, più o meno grave, che coinvolgesse tram o vetture private.
Talvolta, anzi spesso, rincresce dover ridimensionare le leggende locali. Rimane comunque il fatto che Luigi Manetta, pur non andando come un matto come si è sempre pensato, rimarrà per sempre nell'immaginario collettivo meneghino. Difese se stesso e i passeggeri del suo tram dalla prepotenza ed entrò a pieno diritto nella mitologia milanese, dando il nome a una delle poche professioni ancora socialmente utili nella Milano di oggi.
E quindi, senza ulteriori indugi, tutti a manetta… In senso figurato, ovviamente!
Si ringrazia Mario Guerri-Formazione ATM
Riccardo Rossetti