COMUNI RIFIUTI FREE, SONO 299 IN LOMBARDIA

Aumenta il numero dei Ricicloni, i dati dall’Ecoforum Rifiuti di Legambiente

"Il sistema di gestione dei rifiuti in Lombardia funziona e lo dicono i numeri: negli ultimi 10 anni abbiamo iniziato a ridurre la produzione di rifiuti urbani. Si tratta di un processo avviato su cui dobbiamo continuare a lavorare" lo ha detto l'assessore all'Ambiente e Clima della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, intervenendo a Palazzo Reale di Milano alla seconda edizione di 'Ecoforum. L'economia circolare dei rifiuti', organizzata da Legambiente. La produzione pro capite in Lombardia, calcolando tutte le tipologie di rifiuti (urbani e speciali), ammonta a 3,5 tonnellate pro capite. 
"Questo dato - ha precisato Cattaneo - ci fa capire che non possiamo permetterci soluzioni da bacchetta magica sulla gestione dei rifiuti e che la nostra Regione ha bisogno di un processo industriale, come già sta avvenendo, che deve funzionare perfettamente, altrimenti sarebbe subito in emergenza.". L'assessore ha ricordato come negli ultimi 20 anni sia avvenuto un cambiamento radicale per quanto riguarda la gestione dei rifiuti solidi urbani grazie all'introduzione della raccolta differenziata che ha sostituito completamente la gestione del 'sacco nero' in discarica. Oggi in discarica va lo 0.6% dei rifiuti (fino a 20 anni fa il 90%), mentre la raccolta differenziata ha superato il 60%. E aggiunge: "Bisogna togliere il velo di ipocrisia dal dibattito di questi giorni. La raccolta differenziata da sola non fa sparire i rifiuti, ma semplicemente serve per separare le frazioni. Occorre poi a valle di questo processo una gestione industriale che permetta di recuperare il materiale e in Lombardia ci sono migliaia di imprese che si occupano di questa attività e ci consentono di essere un modello per il Paese". In Lombardia, per esempio, viene recuperata interamente la frazione organica che produce compost, oppure biogas e biometano.
"Credo sia più sicuro per l'ambiente e per la salute dei cittadini che la frazione decadente, quella che non può essere recuperata in alcun modo, invece di andare in discarica vada trattata in maniera sicura attraverso i termovalorizzatori che producono energia e calore attraverso il teleriscaldamento - ha concluso Cattaneo -. In Lombardia alla termovalorizzazione è destinato soltanto il 10% del totale dei rifiuti urbani e speciali, ovvero soltanto ciò che non potrebbe essere recuperato diversamente”.
Ma quanto e quali sono gli enti locali che quest’anno possono fregiarsi del titolo di Comuni Rifiuti Free? Quest’anno 299, quarantuno in più dell’anno scorso: per ottenere il riconoscimento, i comuni devono dimostrare di essere capaci di superare il 65% di raccolta differenziata e di ridurre sotto i 75 kg per abitante il residuo secco indifferenziato, tutto ciò che non può essere al momento riciclato.
I dati arrivano dal dossier “Comuni Ricicloni 2018” (potete scaricarlo qui) di Legambiente Lombardia, giunto alla XXV edizione e realizzato in collaborazione con l'Osservatorio Rifiuti Sovraregionale di Arpa Lombardia, presentato appunto in occasione di Ecoforum Rifiuti dedicata in particolare all’economia circolare.
Oltre a presentare i dati, a Palazzo Reale sono state premiate anche le migliori pratiche ambientali.
In Lombardia la raccolta differenziata è pari al 69,7%, un buon risultato. Ma le differenze all’interno del territorio sono rilevanti. Ne è una dimostrazione la concentrazione di Comuni Rifiuti Free in metà delle province lombarde: sono infatti 59 nel mantovano, 49 sia in provincia di Bergamo sia di Brescia, 47 a Cremona, 36 nella Città Metropolitana Milanese, 35 nel varesotto, 16 in Monza Brianza. In fondo alla classifica le province di Como e Lodi con 3 Comuni Rifiuti Free a testa e Lecco, Pavia e Sondrio con 1 solo. I Comuni Rifiuti Free sono anche il termometro della quantità di raccolta differenziata effettuata nelle province lombarde: si passa così dall'86,6% di Mantova al 55,2% della provincia di Sondrio e al 50,2% di quella di Pavia. Venti sono invece i Comuni che sono diventati Finalmente Ricicloni grazie all’aumento di oltre il 15% la percentuale di differenziata rispetto all’anno scorso, superando così il 65%.
«In questi venticinque anni fotografati dal nostro dossier Comuni Ricicloni la Lombardia è passata dall’emergenza rifiuti alle eccellenze di raccolta di alcune province» ha detto Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia «Bisogna ringraziare non solo le amministrazioni comunali che hanno creduto e credono nella sostenibilità ambientale ma anche i cittadini che hanno capito e permesso questo risultato. Ora deve iniziare una nuova fase: accanto alla riduzione della produzione dei rifiuti serve mettere in campo le migliori innovazioni industriali per trasformare davvero i rifiuti in risorsa. E’ urgente imprimere una svolta al sistema di recupero e riciclaggio dei materiali, per non vedere annullati anni di modelli virtuosi di raccolte differenziate, ed entrare a pieno titolo nell'era dell'Economia Circolare».
Anche nei capoluoghi di provincia emergono miglioramenti, nonostante la maggior complessità della gestione. Quasi tutti raggiungono il 65% di raccolta differenziata e il trend è comunque in positivo anche per chi resta al di sotto, come per Pavia che arriva al 64,4%. Milano è in costante crescita, e raggiunge il 57% rispetto al 52,4% dell’anno scorso, in linea con le migliori metropoli europee.
Ma gli obiettivi sono ancora molti: è necessario lavorare su processi sempre più in grado di garantire l’uso efficiente delle risorse e il prolungamento del ciclo di vita dei prodotti, con evidenti vantaggi ambientali ed economici. Fondamentale appare ridurre in maniera significativa l’impiego di materie prime, i trasporti e le emissioni di CO2 e i rischi legati alla dispersione di prodotti inquinanti nell’ambiente.
All’Ecoforum Rifiuti Lombardia hanno partecipato istituzioni, aziende, mondo dell’economia e della ricerca. Al centro dell'attenzione gli imballaggi e la plastica, considerate le difficoltà del settore del riciclaggio soprattutto di frazioni eterogenee, destinate fino a qualche tempo fa ad essere smaltite o recuperate all'estero. Un’attenzione che si ritrova nel pacchetto per l'Economia Circolare approvato in via definitiva dal Parlamento Europeo, che prevede il traguardo del 65% di riciclaggio dei rifiuti solidi urbani al 2035, con target intermedi del 55% al 2025 e 60% al 2030. Per gli imballaggi i target previsti sono del 65% nel 2025 e del 70% nel 2030, con due obiettivi specifici per il riciclo degli imballaggi in plastica che dovrà essere almeno pari al 50% nel 2025 e al 55% nel 2030.
«Per raggiungere l'obiettivo di riciclare almeno il 50% di plastica entro il 2025 occorre davvero togliere i freni e gli ostacoli che rallentano la corsa verso l'economia circolare, sia quelli tecnologici sia quelli normativi» ha detto Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente Onlus. «Per chiudere il ciclo dell’economia circolare è necessario mettere mano all’impiantistica a favore del riciclo e ai decreti che possono dare una svolta verso l'end of waste, la semplificazione delle procedure e il riutilizzo delle materie prime seconde. Ed è allo stesso tempo fondamentale dare attuazione alle normative già esistenti, a partire dall’obbligo di acquisti verdi per le pubbliche amministrazioni, troppo spesso non praticato ma che può rappresentare una spinta decisiva all’economia circolare. Il riciclo e il riuso delle plastiche è una grande sfida da vincere: non è più possibile assistere alla distorsione del sistema per cui vengono avviate al recupero solo le plastiche economicamente vantaggiose e si lascino tutte le altre pericolosamente stoccate nei capannoni».

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