Abusi edilizi di via Isimbardi: dopo 26 pronunciamenti dei tribunali, ancora una vittoria del Comune
- 03 maggio 2021 Dal Comune
Maran: "Ennesima dimostrazione di buon operato del Comune, iter legislativo va semplificato". Condannata la proprietà nell’ambito del processo penale in corso per l’immobile. Sei anni di provvedimenti, ricorsi e sentenze
Dopo
sei anni e 26 pronunciamenti da parte dei tribunali, il Comune ha
avuto nuovamente ragione nella lunga e travagliata vicenda
giudiziaria riguardante gli abusi edilizi dell’immobile di via
Isimbardi 31.
Nell’ambito del processo penale in cui
l’Amministrazione si è costituita parte civile, il Tribunale di
Milano ha condannato in primo grado la proprietà a procedere alla
demolizione delle opere illecite ancora esistenti e a risarcire il
Comune per i danni patrimoniali e non, oltre allo sconto di sei mesi
di reclusione.
Lo stabile, un tempo adibito a laboratorio, era
stato trasformato attraverso interventi illeciti in piccoli
appartamenti privi dei requisiti di abitabilità affittati
prevalentemente a studenti ed era stato ampliato con opere che
avevano compromesso l’utilizzo dei parcheggi sotterranei.
Per
bloccare l’attività abusiva, dal 2015 il Comune ha emesso 9
provvedimenti – ordinanze di ripristino e di sgombero e
annullamenti dei titoli edilizi - sistematicamente disattesi dalla
proprietà. A fronte di questo, l’Amministrazione nel 2018 aveva
esercitato i poteri sostitutivi e avviato le opere di demolizione
delle opere abusive. Interventi sospesi in seguito a una lunga serie
di ricorsi fatti dalla proprietà, cui sono seguiti da ben 26
pronunciamenti: 15 da parte del TAR (di cui 4 sentenze tutte
favorevoli al Comune, 7 ordinanze e 4 decreti cautelari), 9 del
Consiglio di Stato (una sentenza favorevole al Comune e 8
provvedimenti cautelari), un’ordinanza del Tribunale civile e una
sentenza del Tribunale penale.
L’unica sentenza emessa dal
Consiglio di Stato nel 2020 ha confermato il pronunciamento del TAR,
riconoscendo la legittimità del provvedimento comunale di diniego di
condono. Contro questa sentenza la proprietà ha proposto un
ulteriore ricorso al Consiglio di Stato per chiederne la revocazione.
Infine, la proprietà ha presentato ricorso alla Corte europea dei
diritti dell’uomo per chiedere la condanna dell’Italia al
risarcimento del danno in relazione alla vicenda di via Isimbardi 31
e una serie di esposti alla Procura della Repubblica contro alcuni
dipendenti e rappresentanti del Comune.
"Ancora una volta è
stata dimostrata la correttezza dell’operato del Comune – ha
dichiarato l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran. –
Ringrazio l’avvocatura, da anni impegnata con determinazione su più
fronti rispetto a questa incredibile vicenda. Incredibile perché non
è ammissibile ci vogliano più di tre anni, ricorsi e sentenze, per
ripristinare la legalità di uno stabile abusivo, nell’interesse
della collettività. È assolutamente necessaria una riforma a
livello nazionale che semplifichi un iter che finisce per scoraggiare
le amministrazioni pubbliche a intervenire e per tutelare oltre
misura i privati che commettono irregolarità".
La
recente condanna del Tribunale di Milano, il ventiseiesimo
pronunciamento sulla vicenda, riguarda l’aver realizzato opere
edilizie in totale difformità rispetto a quanto rappresentato nel
progetto depositato, aver destinato l’immobile alla locazione per
uso residenziale invece che al previsto uso produttivo e per aver
attestato falsamente la conformità del progetto, nonché la
veridicità di fatto dei luoghi. Le motivazioni verranno depositate
entro 90 giorni.