IL MULINO DI CHIARAVALLE È TORNATO A FUNZIONARE DOPO 90 ANNI

L’intervento di ripristino realizzato nell’ambito del parco di Roggia Vettabbia valorizza lo straordinario patrimonio agricolo milanese

Dopo novant’anni è tornata a scorrere l’acqua nei canali che alimentano le macine del Mulino dell’Abbazia di Chiaravalle grazie a un lungo lavoro di ripristino portato avanti dalla Comunità Monastica, Koinè cooperativa sociale, Parco Agricolo Sud Milano, Comune di Milano, depuratore di Nosedo da cui proviene l’acqua a valle della depurazione, Consorzio Utenti Roggia Vettabbia, aziende agricole locali e imprenditori del Borgo di Chiaravalle.  

Il Comune di Milano – con la recente realizzazione del Parco di Roggia Vettabbia – è il principale fautore del ripristino del sistema delle acque all’interno di un vasto ambito territoriale, grazie al quale è oggi possibile la riattivazione del Mulino.

L’inaugurazione è avvenuta nel pomeriggio di domenica 11 novembre alla presenza dell’assessore all’Urbanistica, Verde e Agricoltura  Pierfrancesco Maran, dell’abate padre Stefano Zanolini che guida la comunità di monaci cistercensi che vivono nell’abbazia, di Michela Palestra presidente Parco Agricolo Sud Milano, di Paola Radaelli presidente di Koinè cooperativa sociale, oltre che di numerosi abitanti del borgo di Chiaravalle e visitatori.

“Quello di oggi è un evento atteso da decenni che rende l’ambito del Parco della Vettabbia ancora più prezioso e caratteristico – ha dichiarato l’assessore Pierfrancesco Maran. - Proprio nella mattinata abbiamo inaugurato anche Cascina Cotica, altro esempio di recupero e valorizzazione di un patrimonio agricolo davvero straordinario. Ringrazio tutti i soggetti che hanno contribuito a rendere possibile questa giornata di festa e che continueranno a tenere in vita l’attività del mulino”. 

Il Mulino è visitato ogni anno da circa 12.000 persone, tra turisti e scolaresche che partecipano ai laboratori e alle attività di educazione ambientale e numerosi eventi culturali, oltre che alle visite guidate gestite da Koinè cooperativa sociale, in piena sintonia con la regola monastica di sostenibilità ambientale e sobrietà. Da oggi la sua macina potrà entrare in funzione nelle occasioni speciali e per progetti di macinatura di cereali coltivati nel territorio, a cui si sta lavorando.

Il Mulino del Monastero di S. Maria di Chiaravalle, fondato da S. Bernardo di Clairvaux dell’Ordine dei Monaci Cistercensi nel 1135, è coevo all’Abbazia ed è uno dei mulini esistenti più antichi della Lombardia. È simbolo dell’imprenditorialità di una comunità operosa che ha saputo – nei secoli – massimizzare la produttività agricola modificando l’ambiente senza impoverirlo. 

Il Mulino è rimasto attivo per secoli fino all’inizio del secolo scorso, per poi cadere in disuso ed essere impropriamente convertito ad uso residenziale fino al suo totale abbandono nel 1963. È nel 2009, dopo 10 anni di restauro, che il Mulino torna a vivere grazie ai lavori voluti e finanziati dalla Città Metropolitana di Milano, in qualità di Gestore del Parco Agricolo Sud Milano. Il progetto è dell’architetto Silvio Fiorillo che ha compiuto ricerche storiche per risalire alla forma originale degli antichi meccanismi. Questo lavoro ha permesso il  restauro delle strutture murarie e la ricostruzione della macchina molitoria: ruota, ingranaggi e macina con l’aiuto di Carlo Pedretti della ditta Pedretti di Bienno che ha rimesso in moto la macina.

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