Avviso pubblico
Nato con l’obiettivo di promuovere il dialogo interculturale attraverso occasioni di conoscenza, scambio e confronto, il progetto “Incontriamo le Religioni del mondo” negli anni 2016, 2017 e 2018 ha coinvolto 4.300 bambini e bambine di 183 classi quinte di 73 Scuole Primarie di Milano.
Un progetto che ha avuto ottimi riscontri sia fra gli alunni sia fra gli insegnanti e portato numerose altre scuole a richiedere di poter aderire con le proprie classi quinte. Per questo l’Amministrazione ha aperto un nuovo avviso pubblico, cui possono partecipare - fino al 14 gennaio - associazioni e organizzazioni religiose iscritte all’Albo del Comune o che hanno l’intesa con lo Stato, appartenenti alle cinque grandi tradizioni (buddista, cristiana, ebraica, induista e musulmana) e disponibili alla co-progettazione e co-gestione del progetto per il 2019 - 80 le classi che si prevede di coinvolgere in 450 nuovi incontri.
“L’educazione, negli ultimi anni in modo particolare, può giocare un ruolo fondamentale nella costruzione di una convivenza pacifica fondata sul rispetto dell’altro - hanno commentato la vicesindaco con delega ai rapporti con le comunità religiose Anna Scavuzzo e l’assessore all’Educazione Laura Galimberti. - Promuovere esperienze di incontro e testimonianza concreti con le diverse tradizioni religiose contribuisce a vivere la scuola come uno dei luoghi privilegiati per il dialogo interculturale, dove i bambini possono comprendere a fondo le diverse culture in un clima di vera apertura”.
L’approccio scelto è, infatti, quello esperienziale e non teorico, occasione per coinvolgere i bambini attraverso il racconto di momenti di vita vissuta che possono riguardare le ricorrenze più significative, i momenti di passaggio nel processo di crescita della persona all’interno della comunità, le tradizioni alimentari, i simboli e i riti che contraddistinguono ogni singola religione. Per la prima volta quest’anno, inoltre, si sperimenteranno in 3 Scuole Primarie incontri conclusivi di sintesi alla presenza di tutti i referenti delle comunità religiose coinvolte (che devono avere specifiche competenze o esperienze pedagogiche-educative), durante i quali potranno raccogliere direttamente dai bambini coinvolti domande, riflessioni e osservazioni.