LA TOLLERANZA DI ALCUNI NOSTRI GIORNALI VERSO GLI INTOLLERANTI
- 08 dicembre 2019 Editoriali
- Finirà a manganellate, come è giusto che sia. -
- Associazione islamica sono peggio dell'isis -
- Una bella serie di manganellate e tutto finisce... altrimenti passare a vie più convincenti. -
- Che ci provassero... vedrebbero di cosa siamo capaci... poveri comunisti! -
- questi stron.zi stanno giocando divertedosi con la politica guardate come ridono come degli ebeti dementi. -
- non HO IL DIRITTO DI ESSERE ASCOLTATO. A schiaffoni vi prendo. -
-
Dietro ad ogni sardina c'è uno sgombro. Okkio, tirate la corda ma non
troppo. Fate quel che volete calmi e tranquilli, ma se cominciate a dire
VOI NON AVETE DIRITTO, finisce a schiaffoni. -
- Guerra civile subito ed epurazione di sardine ed escrementi simili oltre che del resto -
- Nel 1922 e' l'unico periodo in cui l'Italia ha funzionato invece come fosse andata dal 1940 a 1945.
- In quel periodo e andata male per tutti.
Studia la storia idiota
- Dopo quel periodo I cattocomunisti hanno portato il Paese allo sfascio
Mentre I paesi Che si Sono liberati del COMUNISMO Sono fioriti
- I tuoi amici hanno fatto molti piu danni
- Quelle merde dei partigiani comunisti Sono solo stati piu bravi a coprire I loro krimini e a mistificare la storia
- Non me ne frega niente del reato di apologia del fascismo. Prima o poi Ci libereremo anche noi della sinistra criminale -
Questi
i commenti di alcuni lettori de “Il Giornale” in riferimento ai
numerosi articoli e editoriali sempre e comunque contro le sardine.
Le
manganellate sono scomparse dopo circa 24 ore ma tutto il resto è
rimasto, compresi gli schiaffoni, gli insulti, le non velate minacce, la
fiera dichiarazione di appartenenza e la sgrammaticatura da età pre
scolare. L’aspetto interessante risulta essere proprio l’eliminazione
della parola manganello; troppo esplicita e evocativa di un ventennio
che in molti disprezzano e, come abbiamo letto, in troppi rimpiangono.
Meglio volare basso e tenere solo gli schiaffoni che riecheggiano di una
nostalgica educazione alla padre padrone o un simpatico film di Bud
Spencer e Terence Hill. Tutta un’altra cosa la violenza a mani nude!
Sfuggono
le linee guida di moderazione per i forum di questo quotidiano
nazionale che, per carità, adempie al suo ruolo di giornale di destra
con zelo e dedizione. Cosa sia passabile o meno non risulta chiaro.
Tuttavia,
un fascista nostalgico che imporrebbe il proprio pensiero a
manganellate o, sul fronte opposto, un comunista che rimpiange Lenin e
l’Unione Sovietica sono almeno riconoscibili; intasano di continuo la
social cloaca maxima e i siti dei nostri giornali.
Certo,
questa illusoria democrazia digitale ci ha sdoganato commenti dei quali
avremmo potuto fare a meno ma, almeno, la stupidità, la brutalità e
l’insipienza risultano subito evidenti.
Social
media e forum costituiscono il definitivo strumento di controllo delle
masse. Offrono una fittizia partecipazione o appartenenza, consentendo e
legittimando sproloqui e frustrazioni di ogni sorta (noi italiani siamo
dei campioni), e, al contempo, forniscono ai poteri forti un alleato o
alibi perfetti; secondo necessità, possono sfruttare gli estremismi per
perorare la propria causa o, in caso di superamento di una certa soglia,
scaricarli asserendo che non li rappresentano.
Il
confine è labile e estremamente pericoloso, soprattutto in un paese
come l’Italia dove coerenza e congruenza sono sepolte dalla secolare
sabbia dell’interpretazione: “Sono stato frainteso” o “Era solo una
provocazione”.
Oggigiorno le
parole sono adoperate più per effetto che per significato: termini come
fascista, nazista, comunista, radical chic (mai capito a quali parametri
sociologici questi ultimi corrispondano) riempiono le bocche e svuotano
i cervelli.
L’acquario digitale
dove siamo ben felici di essere intrappolati perché convinti di essere
liberi, libero non è mai stato. Siamo come pesci in un vivaio, sfruttati
per il nostro numero e immediatamente sostituibili. Convinti di dare un
contributo alla causa, qualsiasi essa sia, con le nostre scempiaggini e
le nostre pulsioni, senza accorgerci che siamo pronti a essere serviti
come piatto del giorno.
Le
barriere della decenza sono state abbattute da un pezzo e l’incontinenza
verbale regna sovrana. Ma gli estremisti ci sono; sono facilmente
distinguibili e immediatamente identificabili. Eppure, nel paese dove
frustrazioni personali e intolleranza verso chiunque non la pensi come
noi hanno assunto proporzioni endemiche, la tolleranza per questi
soggetti risulta alquanto elevata. Il colosso Facebook è chiamato di
continuo a chiudere pagine che traboccano di post inammissibili: anche
le sardine, seppur per breve tempo, hanno visto oscurata la propria
pagina. E i siti dei nostri giornali? Oltre a essere soggetti al proprio
tornaconto a chi devono rendere atto? Si spererebbe almeno alla lingua
italiana e al legame tra significante e significato ma così non è.
Perché molti dei commenti riportati in principio lasciano poco addito al
dubbio e continuano a essere accettati. Non esiste nulla di peggio di
un estremismo che tenta di indossare la maschera della morigeratezza.
Riccardo Rossetti