Una sfida ben al di là della politica
- 25 giugno 2019 Editoriali
Noi italiani abbiamo da sempre il pessimo vizio di politicizzare ogni aspetto delle nostre esistenze: se sei fedele al Tricolore sei un fascista e se ti preoccupi per il tuo prossimo sei un comunista. A dire il vero, la sensibilità nei confronti degli altri indicava una volta anche l’appartenenza al cattolicesimo ma dagli anni ’90 (di berlusconiana memoria) i comunisti si sono estinti o nascosti e molti cattolici si sono evoluti a tal punto che userebbero il vangelo come oggetto contundente contro chiunque venga reputato una minaccia. Matteo Salvini docet; prima comunista padano, poi leghista lombardo e in seguito solo leghista. Campione in apnea di bacio al rosario ma dileggiatore di un ragazzo che viene pestato durante un suo comizio, reo di avergli rammentato gli insegnamenti del “Povero Cristo” che tiene sempre in bocca (incredibile non prenda fuoco a contatto con la pelle come un vampiro). Che fa sequestrare la canapa a contenuto controllato THC nei negozi aperti da poco mettendo in ginocchio tanti giovani imprenditori a dispetto di un paese dove il consumo di ecstasy, anfetamine, eroina, cocaina (a Milano ne gira così tanta da poterci ricoprire la collinetta di San Siro) e alcolici ci piazza saldamente sul podio europeo. Che come Mercuzio parla di nulla da quel niente che è Facebook. Che rabbioso e sempre sprezzante utilizza la paura come forma di controllo instillando timori irrazionali negli italiani: “ho avuto paura di un’ombra nella notte, ho pensato di tutto, l’unica cosa che non ho pensato... è che poteva essere semplicemente, una persona”. (Giorgio Gaber)
Matteo Salvini la cui identità culturale di lumbard inizia e termina con la polenta contro i cous cous e che si presenta come paladino di una Italia (IL TRICOLORE NON MI RAPPRESENTA – Matteo Salvini in una intervista del 2011 a Radio 24) cafona, volubile e individualista.
Si parla tanto di neo fascismo e post fascismo ma Mussolini tentò almeno di debellare l’analfabetismo e l’ignoranza che affliggevano questo paese. Ora, invece, l’onda nera che ci minaccia all'orizzonte, tronfia della propria insipienza, si alimenta di istinti primordiali.
Ma come scritto in principio, qui la politica non ha nulla a che vedere. Molti italiani, di destra, di sinistra, liberi pensatori, cattolici, laici, professanti altre religioni, eterosessuali, omosessuali, donne e uomini che hanno a cuore il futuro di questo paese non si faranno fagocitare dall'abisso in cui la controparte sta cercando di piombarli. Combatteranno nella vita di ogni giorno, fedeli ai propri principi e ai propri valori, contro la puzzolente ipocrisia, il laido bigottismo e l’inqualificabile rozzezza di coloro che tentano di svilire il loro credo e la loro appartenenza. Difenderanno la Costituzione, il Tricolore, la democrazia e la propria fede da chiunque cercherà di distorcerle o deformarle a proprio vantaggio. Non adopereranno né violenza né diffamazione ma se attaccati si difenderanno: con la ragione, con l’istruzione e con la determinazione che solo un attaccamento sincero, consapevole e radicato a questa nazione, che troppo ha già sofferto e sopportato, possono donare.
Una parte di questo paese non si arrenderà e riaccenderà la luce anche per coloro che desiderano il buio o sono stati indotti a credere di desiderarlo.
Riccardo Rossetti