Gli scapigliati a Palazzo delle Paure di Lecco

L'avvincente mostra “La Scapigliatura. Una generazione contro” a cura di Simona Bartolena è riaperta al pubblico presso il Palazzo delle Paure a Lecco. L’edificio, posto sul lungolago e ricostruito nel decennio 1916 - ’26 in stile eclettico medievale, deve il suo strano nome al fatto che prima di diventare museo era sede dell’Intendenza di finanza, della dogana e del catasto, quindi in grado di incutere “paura” per tasse e balzelli alla gente.

Non è un caso che la comunità lecchese proponga una mostra a tutto tondo sugli scapigliati, in quanto questo movimento ha trovato terreno fertile e si è radicato in diversi luoghi del suo territorio, a Villa Gola di Olgiate Molgora, punto di incontro di artisti e musicisti come Arrigo Boito, a Barco dove si ritrovano Errico Petrella e Amilcare Ponchielli e infine a Villa Greppi di Monticello Brianza. Qui Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni condividono le loro innovazioni pittoriche, fatte di pennellate vaporose, di contorni sfumati se non sfatti e di pochi punti di luce (sarà il bianco steso con le mani a provocare la morte precoce di Cremona per avvelenamento da piombo), in modo da fondere le immagini con l'ambiente, tensione  in seguito coltivata in scultura da Medardo Rosso e fatta propria da Boccioni.

Ricordiamo che il movimento prende vita e nome in campo letterario dal romanzo di Cletto Arrighi, La Scapigliatura e il 6 febbraio, edito nel 1862 e velocemente si propaga alle arti visive e alla musica, intesa come linguaggio unificante delle arti. Un romanzo-manifesto che veicolava uno spirito  estremamente romantico e patriottico ma anche anarcoide. Di fatto gli scapigliati mostrano da subito una delusione per l'Italia post unitaria; si ritrovano declassati sia socialmente sia sul piano economico e si dibattono tra nobili ideali di patria e vita ai limiti del degrado.

Tanti tuttavia i committenti delle loro opere a Lecco e a Milano, a partire dal mercante e pittore divisionista Vittore Gubricy, che li introduce in campo internazionale, in particolare a Londra. Proprio il capoluogo lombardo raccoglierà gli artisti scapigliati intorno a Brera, presso la Famiglia Artistica e l’Umanitaria. 

La mostra,  prodotta da ViDi in collaborazione con il Comune di Lecco, è in cartellone fino al 2 maggio e raccoglie circa ottanta opere di seguaci del movimento:  oltre ai già nominati Cremona e Ranzoni, di Grandi, Carnovali detto il Piccio, Pellizza da Volpedo, Faruffini, Segantini e Luigi Conconi, che da architetto ha collaborato alla costruzione di palazzo Turati di Via Meravigli, oggi sede della Camera di Commercio.

Un movimento, quello degli scapigliati, di stampo prettamente lombardo e tuttora in grado di coinvolgere il pubblico perché frutto di una generazione contro.

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