IL SANTO DEL GIORNO 28 agosto
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- 28 agosto 2018 Il santo del giorno
Sant' Agostino Vescovo e dottore della Chiesa
ALTRI SANTI di Oggi: Sant'Alessandro I di Costantinopoli, San Bibiano (Viviano) di Saintes, Sant'Edmondo Arrowsmith, Sant'Ermete, Santa Fiorentina, Santa Gioacchina De Vedruna, San Giuliano di Brioude, San Mosè l'Etiope (di Scete), San Pelagio, San Restituto di Cartagine, San Vicinio di Sarsina, Santa Zelia Guérin.
LA) « Fecisti nos ad te et inquietum est cor nostrum, donec requiescat
in te. »
(IT) « Ci hai creati per Te, [Signore,] e inquieto è il nostro cuore fintantoché non trovi riposo in Te. »
Agostino nacque a Tagaste in Africa da famiglia benestante. Il padre, Patrizio, era pagano, ma sua madre Monica era un'ardente cristiana.
Verso la fine dell'anno 370 si portò a Cartagine per studiare retorica. Trovava nello studio un'attrattiva sì grande, che era costretto a farsi violenza per lasciarlo; ma le cognizioni che acquistava non gli servivano che a nutrire l'orgoglio.
Abbraccio' la dottrina manichea,ma poi nauseato, li ababandonò e si recò a Roma. Da Roma andò a Milano, per insegnare eloquenza.
Monica, addolorata della partenza del figlio, lo raggiunse. Agostino sentiva il peso dei suoi peccati ed una sera,una voce gli diceva : "Prendi e leggi". Aprì il libro delle lettere di S. Paolo e lesse: Non nei convivi e nelle ubriachezze, non nelle morbidezze e nelle disonestà si trova la pace... Bastò questo perché scosso dalla grazia divina si risolvesse a darsi senza riserva al servizio di Dio.
Ritornato in Africa, ad Ippona, si diede a vita ascetica. Qualche tempo dopo fu consacrato prete e poi vescovo.Allora ebbe inizio la sua grande attività contro gli eretici. Ario, Nestorio, Donato, Pelagio tentavano di sfaldare la chiesa.
Contro di essi combatterono i grandi Padri della Chiesa: Atanasio, Gregorio Nazianzeno, Cirillo di Gerusalemme, Cirillo di Alessandria, Giovanni Crisostomo, Ambrogio, Gregorio Magno, ma sopra tutti il grande Agostino. Ben duecentotrentadue sono le sue opere. Nell'anno 400 scrisse il De libero arbitrio per confutare le dottrine manichee. Nel 411 e 412 diresse un'epistola ai cattolici sull'Unità della Chiesa contro i Donatisti. Contro Pelagio scrisse il trattato Della natura e della grazia nel quale dimostra la necessità della grazia divina per sostenere la volontà indebolita dal peccato originale. A quest'opera si riannoda l'altra De gratia et libero arbitrio. Quando poi finalmente il Pelagianesimo veniva condannato da Papa Zosimo, S. Girolamo ormai vecchio, entusiasta per la grande vittoria riportata dai cattolici, per merito specialmente di S. Agostino, non esitò a scrivergli: Salve! Ti onora l'universo! I cattolici ti venerano e ti ammirano come il nuovo fondatore dell'antica fede!
Non vanno poi dimenticate le opere colossali: La Città di Dio e l'altro libro De Trinitate contro Ario.
Nell'anno 430, allorchè i Vandali invasa l'Africa assediavano Ippona, Agostino esalò l'ultimo respiro: era il 28 agosto.
Fu pure il fondatore degli Agostiniani e la sua è una delle quattro regole fondamentali dello stato religioso
(IT) « Ci hai creati per Te, [Signore,] e inquieto è il nostro cuore fintantoché non trovi riposo in Te. »
Agostino nacque a Tagaste in Africa da famiglia benestante. Il padre, Patrizio, era pagano, ma sua madre Monica era un'ardente cristiana.
Verso la fine dell'anno 370 si portò a Cartagine per studiare retorica. Trovava nello studio un'attrattiva sì grande, che era costretto a farsi violenza per lasciarlo; ma le cognizioni che acquistava non gli servivano che a nutrire l'orgoglio.
Abbraccio' la dottrina manichea,ma poi nauseato, li ababandonò e si recò a Roma. Da Roma andò a Milano, per insegnare eloquenza.
Monica, addolorata della partenza del figlio, lo raggiunse. Agostino sentiva il peso dei suoi peccati ed una sera,una voce gli diceva : "Prendi e leggi". Aprì il libro delle lettere di S. Paolo e lesse: Non nei convivi e nelle ubriachezze, non nelle morbidezze e nelle disonestà si trova la pace... Bastò questo perché scosso dalla grazia divina si risolvesse a darsi senza riserva al servizio di Dio.
Ritornato in Africa, ad Ippona, si diede a vita ascetica. Qualche tempo dopo fu consacrato prete e poi vescovo.Allora ebbe inizio la sua grande attività contro gli eretici. Ario, Nestorio, Donato, Pelagio tentavano di sfaldare la chiesa.
Contro di essi combatterono i grandi Padri della Chiesa: Atanasio, Gregorio Nazianzeno, Cirillo di Gerusalemme, Cirillo di Alessandria, Giovanni Crisostomo, Ambrogio, Gregorio Magno, ma sopra tutti il grande Agostino. Ben duecentotrentadue sono le sue opere. Nell'anno 400 scrisse il De libero arbitrio per confutare le dottrine manichee. Nel 411 e 412 diresse un'epistola ai cattolici sull'Unità della Chiesa contro i Donatisti. Contro Pelagio scrisse il trattato Della natura e della grazia nel quale dimostra la necessità della grazia divina per sostenere la volontà indebolita dal peccato originale. A quest'opera si riannoda l'altra De gratia et libero arbitrio. Quando poi finalmente il Pelagianesimo veniva condannato da Papa Zosimo, S. Girolamo ormai vecchio, entusiasta per la grande vittoria riportata dai cattolici, per merito specialmente di S. Agostino, non esitò a scrivergli: Salve! Ti onora l'universo! I cattolici ti venerano e ti ammirano come il nuovo fondatore dell'antica fede!
Non vanno poi dimenticate le opere colossali: La Città di Dio e l'altro libro De Trinitate contro Ario.
Nell'anno 430, allorchè i Vandali invasa l'Africa assediavano Ippona, Agostino esalò l'ultimo respiro: era il 28 agosto.
Fu pure il fondatore degli Agostiniani e la sua è una delle quattro regole fondamentali dello stato religioso