Periferie... si riparte?
- 03 luglio 2016 Politica
In un editoriale di fine 2010 (Corriere, 30 dicembre), Ernesto Galli della Loggia - in verità, tra i pochi commentatori politici - pose, tra le priorità nazionali da affrontare, il tema delle grandi città, con le periferie tra le più brutte del mondo.
Peraltro, dei 331 commenti allora inviati dai lettori nel sito del Corriere a quell’articolo, solo uno era riferito alle “periferie”. Scarsa consapevolezza della questione “periferica” anche in chi vive nelle periferie?
A fine 2011 (Corriere, 23 dicembre, pagina milanese), Massimo Rebotti, ricordando un impegno del Sindaco Pisapia preso poco prima di vincere le elezioni - Nei miei primi cento giorni ridarò dignità alle periferie, le riporterò al centro - commentò che i primi «cento giorni» della giunta Pisapia dimostrano che pensare a una città partendo dalle periferie è molto più complicato che prometterlo.
Ora, la recente campagna elettorale ha riportato all’attenzione le periferie come tema prioritario e, nello stesso tempo, irrisolto.
Da parte sua, il neo eletto Sindaco Sala - al quale auguriamo buon lavoro per la nostra città - ha affermato che ...è sulle periferie che voglio misurare la qualità del mio impegno di sindaco (…) perché Milano deve viaggiare tutta alla stessa velocità. Concordiamo!
Un paradosso
Peraltro, forse possiamo addirittura dire che il problema delle periferie non è in primo luogo del Sindaco, bensì:
- della classe dirigente milanese, certo “politica”, ma anche economica, culturale e dell’informazione. Una “classe dirigente”, che non è quella che riesce a determinare le scelte cittadine, bensì che si carica sulle spalle le esigenze della città, indicando il percorso per una crescita complessiva della comunità;
- dei “periferici” che hanno difficoltà a farsi sentire, anche a causa di una certa autoreferenzialità con la quale spesso si muovono le singole associazioni, come evidenziato tra gli altri dal sociologo Aldo Bonomi.
Tavolo Periferie
Eppure, nelle periferie intervengono tutta una serie di soggetti, facendo anche cose pregevoli.
Però, è necessario superare la frammentazione, mettendo a fattore comune i vari contributi, “facendo sistema”.
In merito, segnaliamo l’azione, ancora un po’ sotto traccia, del “Tavolo Periferie Milano”, una libera ed articolata aggregazione di realtà cittadine, dall’associazionismo, alla cooperazione, all’università (Associazione Coordinamento Abitando ERP, Confcommercio Milano, Consulta Periferie Milano, Coordinamento Comitati Milanesi, LegaCoop Lombardia, Mapping San Siro-Politecnico di Milano, MeglioMilano e Peri_Bicocca-Università degli Studi di Milano Bicocca).
Un tentativo o, meglio, uno strumento per “fare sistema”.
Periferia chiama! Milano risponde?
Walter Cherubin