38 ALLOGGI SFITTI AL GIAMBELLINO

Verranno ristrutturati e dati in affitto a famiglie in difficoltà

Aggiudicata la gestione di 38 alloggi sfitti di proprietà comunale esclusi dalla disciplina ERP, che si trovano in condomini misti (stabili dove coesistono case private e popolari) in via Giambellino. Gli appartamenti sono stati suddivisi in due lotti, rispettivamente di 5 e 33 alloggi, tutti bilocali e trilocali, e assegnati tramite avviso pubblico il primo all’Associazione Temporanea d’Impresa che ha come capofila la cooperativa sociale Spazio Aperto Servizi (e che comprende anche Omnicoop e l'associazione Ruben), il secondo all’impresa sociale Abitare Sociale Metropolitano. Saranno loro, vincitori del bando, ad avere gli alloggi in concessione d’uso per un massimo di 20 anni. Dopo i preliminari interventi di ristrutturazione o manutenzione straordinaria necessari, dovranno destinarli a nuclei familiari in situazione di disagio abitativo, in via prioritaria se gravata da procedure di sfratto esecutivo in corso o appena effettuato, in accordo con l’Amministrazione. Il progetto prevede, ove necessario, anche la realizzazione di attività di accompagnamento sociale dei nuclei assegnatari. In particolare, Abitare sociale metropolitano si occuperà di orientare gli inquilini ai servizi e alle opportunità del territorio e di altre agenzie, che siano formative, di lavoro, legali, di sostegno al reddito o di tipo sanitario, con l’obiettivo di creare una sorta di "patto di comunità" che coinvolga sia i residenti sia i commercianti del quartiere.

L’Ati, l’altra aggiudicataria dell’avviso pubblico, intende integrare i temi della casa e del lavoro, già a partire dai lavori di ristrutturazione degli alloggi che infatti, attraverso forme di auto recupero, diventeranno la prima opportunità occupazionale per le persone individuate in situazioni di disagio socio-economico. A poter prendere parte ai progetti saranno cittadini che non hanno i requisiti per essere inseriti nella graduatoria Erp ma che, nello stesso tempo, non riescono nemmeno ad accedere al mercato privato, perché troppo oneroso: il canone di locazione, infatti, non potrà essere superiore ai 65 euro/mq annui (canone concordato). Una quota di alloggi, pari al 10% del totale, sarà riservato a nuclei familiari in stato di necessità ed emergenza abitativa individuati dall'Amministrazione, che saranno tenuti al pagamento di un contributo minimo comprensivo degli oneri accessori condominiali.

In questo modo - ha spiegato l'assessore alla Casa e Lavori pubblici, Gabriele Rabaiotti - prosegue e si rafforza il piano del potenziamento dell’affitto in città che, senza ridurre il numero di alloggi popolari a canone sociale, punta ad articolare l’offerta sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, e che, come in questo caso, cerca di rispondere al fabbisogno abitativo di Milano attraverso un accordo di collaborazione tra Amministrazione pubblica e Terzo settore, offrendo una terza via che si posiziona tra la residenzialità pubblica e quella a libero mercato.

Questo è già il secondo bando del genere andato a buon fine, dopo quello con cui, all’inizio dell’anno, sono stati assegnati 55 alloggi in zona Niguarda. Un terzo, che riguarda altri 18 appartamenti tra Turro e Precotto, è invece in via di aggiudicazione. I tre bandi, quindi, nel complesso liberano e mettono a disposizione dei milanesi oltre cento appartamenti rimasti per anni inutilizzati.

E, dopo il rientro dalla pausa estiva, saremo pronti per un'altra uscita, questa volta in zona Barona, chiude Rabaiotti.

USCM    

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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