IL COMMERCIO ONLINE E IL SUO FUTURO IN ITALIA

L'incremento dovuto alla pandemia a livello mondiale continuerà?

Durante la pandemia la distribuzione online a livello mondiale è aumentata del 40% per numero di acquirenti, del 20% circa per i ricavi in generale, spendendo in media per acquirente il 4%. Questo incremento sta contribuendo al cambiamento dei costumi degli europei e soprattutto degli italiani che prediligono l'acquisto fisico di beni necessari e secondari.
Secondo "Nielsen", società globale di misurazione e analisi dati, tra il 23 e il 29 marzo nel nostro Paese le vendite dei prodotti di largo consumo sono aumentati addirittura del 162,1% rispetto all'anno precedente. Se si considera solo il mercato dell'alimentare in Italia esso vale circa l'1% del totale del commercio online, ancora basso rispetto a quello europeo e mondiale, dal 4 all'8%. Nel picco del periodo di Pasqua la quota complessiva della domanda dei beni di largo consumo è arrivata al 20%, percentuale comunque indietro ai paesi più avanzati. È facile comprendere come la domanda eccezionale di questi beni abbia provocato problemi di ritardi nelle consegne. Motivo? Manca nel nostro Paese una catena distributiva online ?made in Italy?, per cui gli ordini vengono concentrati in poche piattaforme (Amazon, Ebay e un paio di altre)
La stessa Amazon, per far fronte alle richieste eccezionali ha annunciato un aumento di 75 mila lavoratori in più ai 100 mila precedenti. In Italia sono stati assunti 1400 lavoratori con investimenti di 140 milioni. Naturalmente il colosso americano ha incrementato fatturato e azioni rispetto all'anno precedente, creando problemi alla rete distributiva italiana e facendole perdere quota di mercato. Tuttavia, alcune aziende della Penisola, per non esporsi al rischio di fallimento, si sono aperti alla distribuzione online ricorrendo alla soluzione multicanale o 3 vie (Amazon, Online, Shop Online).
In conclusione l'e-commerce sembra il fenomeno vincente in questa emergenza coronavirus e le abitudini di acquisto degli italiani vanno verso questa direzione, apprezzando per il momento gli esercizi commerciali vicino casa. Nel lockdown forzato i connazionali hanno apprezzato la vendita online per la comodità dei servizi, la semplicità degli ordini e il risparmio di tempo.
Dopo la pandemia sarà possibile ritornare indietro a quella normalità che conoscevamo prima?
Probabilmente no, forse alcuni punti vendita, ad esclusione degli ?hard discount, scompariranno. Se però si vorrà coniugare la tradizione dei piccoli negozi e la nuova era dell'e-commerce bisogna favorire modelli logistici nuovi: attivare canali propri di distribuzione e controllati da nostre società, relazionarsi nel modo più veloce con i clienti, saper cogliere le nuove opportunità di business e le tendenze del mercato.
Ritornando all' interrogativo precedente su quale sarà il futuro della vendita digitale dopo la pandemia, alcuni analisti rispondono con la previsione di una sostanziale differenza tra le aree urbane più attratte verso il commercio online e i centri minori dove permane una organizzazione della vita sociale fondata sui rapporti personali.
Luciano Marraffa


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