La coda del drago - 7

Uscii, ritrovandomi alla luce intensa del giorno e allo squallore altrettanto intenso delle costruzioni presenti; costruzioni, o sarebbe meglio dire: ostruzioni, perché chiuse al decoro architettonico: non avevano un passato e probabilmente neppure un futuro. Un tale di mezza età era presente in strada, intento a fumare un mezzo sigaro puzzolente, forse la cura omeopatica per sopravvivere al puzzo esterno che si sperava protrarsi non in eterno. Mi avvicinai, presentandomi.

- Lei conosceva la piccola Angela?

- Tutti la conoscevano.

- Il giorno in cui è scomparsa, ha avuto modo di vedere qualcosa?

- Qui intorno da vedere c’è solo lo squallore che una terra inospitale come l’America è nei confronti degli emigranti può permettersi di mostrare.

- Intendevo la bambina che magari si è incontrata con qualcuno…

Lui aspirò una boccata dal sigaro per poi espellere del fumo azzurrognolo come quello del gas di cucina. Ed entrambi per suicidarsi basta che li si aspiri. 

- È stata avvicinata da un’auto verde, una Pontiac piuttosto malmessa. L'uomo al volante si è fermato accanto a lei, e Angela gli ha sorriso come se lo conoscesse. Lui le ha detto qualcosa, dopo la bambina è salita in macchina in fretta. con l'espressione preoccupata.

- Mi dica tutto quello che ricorda - insistei preso da una certa emozione. - Di che razza era, quello al volante? 

- Bianca - rispose lui senza esitare.

- La targa, poi: ha notato i numeri riportati e la località di provenienza? Scosse il capo.

- No. Anche perché incrostati dal fango.

- Quale direzione ha preso?

Mi indicò alla sua destra, là dove il cosiddetto villaggio finiva. E così l’esistenza di una giovanissima vita. Lo ringraziai e mi accomiatai.

A detta del testimone con il quale avevo appena parlato la Pontiac non sembrava essere stata nuova di zecca. Poteva essere giunta lì da qualunque località, per cui non era facile stabilirne la provenienza. Era comunque già qualcosa, qualcosa che la polizia ufficiale avrebbe dovuto prendere in considerazione. 

Pur sapendo in quale ginepraio minacciavo di andare a cacciarmi, decisi ugualmente di fare un’apparizione nella locale stazione di polizia, apparizione che se mi fosse andata male solo quella: in quanto fantasma, avrei potuto in futuro permettermi.


Antonio Mecca

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