UCRAINA, UN ANNO DOPO: L'EMERGENZA UMANITARIA CONTINUA
- 23 febbraio 2023 Cronaca
BISOGNI DRAMMATICI E URGENTI. LA CAMPAGNA DI UNHCR PER DONARE AL 45588
Quella in corso in Ucraina è la crisi di rifugiati più grave e con la crescita più rapida dalla Seconda Guerra Mondiale. Fra le persone che hanno lasciato il Paese, oltre 1 milione e mezzo si trova in Polonia, oltre 480 mila nella Repubblica Ceca e oltre 100 mila in Bulgaria, Moldavia, Romania e Slovacchia.
I numeri da soli non riescono però a raccontare fino in fondo questo atroce conflitto: milioni di bambini, donne e uomini che prima della guerra avevano una vita normale, in poche ore, sono precipitati nella disperazione. In questo momento stanno affrontando un rigido inverno in case danneggiate o in edifici inadatti a proteggerli dal gelo, senza energia elettrica, riscaldamento e forniture idriche e senza mezzi di sussistenza. Purtroppo, da ottobre in poi, anche l'inverno è stato utilizzato come un'arma. Secondo i dati diffusi dalle autorità ucraine, almeno 12 milioni di persone nel Paese, in questo momento, non hanno accesso all'energia elettrica e al riscaldamento per via dei danni alle infrastrutture causati dai bombardamenti, mentre le temperature continuano a scendere.
UCRAINA. È PASSATO UN ANNO DI GUERRA, NON IL DOLORE: SI PUO' DONARE AL 45588
Dal 19 febbraio al 12 marzo con la campagna Ucraina. È passato un anno di guerra, non il dolore tutti possiamo offrire un aiuto concreto donando, con una telefonata da fisso o con un SMS, al numero solidale 45588. Un piccolo gesto che può fare una grande differenza nella vita di chi sta combattendo quotidianamente col freddo, con la mancanza di adeguati mezzi di sussistenza e con la paura: con i fondi raccolti infatti UNHCR potrà continuare a distribuire beni di prima necessità specifici per l'inverno – coperte, stufe, abiti invernali; a garantire assistenza economica diretta alle famiglie più vulnerabili che in questo modo potranno provvedere alle spese essenziali; a dare supporto alle famiglie le cui abitazioni sono state danneggiate dai combattimenti.
Carmelo Messina