IL REDEFOSSI: IL CANALE DIMENTICATO-Parte 4
- 08 maggio 2019 Cultura
Con l’immissione d’acqua del 1564, la Martesana e il Naviglio di San Marco furono finalmente comunicanti e al Sevesetto rimase il compito di scaricare una parte delle piene del Seveso convogliandole nel Redefossi. Tuttavia, gran parte delle piene si riversavano ancora nella Fossa Interna. Per ovviare a questo problema venne costruito due anni più tardi uno scaricatore adiacente al Ponte del Gomito, più tardi delle Gabelle, cosicché le piene confluissero nel Redefossi lungo il perimetro orientale delle mura spagnole.
Il Naviglietto di Porta Tosa (Corso XXII Marzo), ovvero la continuazione fuori città del Cavo Borgognone (corso di Porta Vittoria), a quei tempi fungeva da emissario per le piene del Redefossi ma per far sì che queste arrivassero al Lambro e non nelle campagne irrigate dalla Vettabbia, nel 1681 fu costruita a Porta Tosa “una briglia “di sassi. Siccome l’abusivismo in Italia era già presente, gli abitanti nei paraggi del Naviglietto, per timore di allagamenti, videro bene di “sbrigliarlo”. In questo modo, tutte le piene del Redefossi passavano ancora per il sottile tratto fino Porta Romana e la conseguenza più diretta furono numerose esondazioni in città.
Per porvi rimedio, nel 1708, fu scavato un altro tratto di canale, lungo 450 metri, adiacente il Bastione di Porta Vigentina e fu allargato quello tra Porta Tosa e Porta Romana: Viale Montenero, per intenderci. Ma anche in questo caso gli esiti furono deludenti.
Nel 1760 si cercarono altre soluzioni e dopo le consuete italiche diatribe, nel 1782 l’ingegner Pietro Parea propose di costruire un canale che, partendo da Porta Romana, avrebbe costeggiato la strada Piacentina (Corso Lodi), facendo confluire le acque del Redefossi fino a Melegnano e poi nel Lambro. L’idea piacque così tanto che si costituì un consorzio e quattro anni più tardi il progetto venne portato a termine. Questo tratto è ancora visibile presso San Giuliano e Melegnano.
Riccardo Rossetti
nelle foto:
In primo piano panni stesi sul Redefossi e sullo sfondo la prima Stazione Centrale.
L'ultimo tratto della Martesana all'incrocio con il Redefossi. Sullo sfondo le cucine economiche.