Economia urbana
- 25 settembre 2021 Dal Comune
Nasce il registro degli spazi ibridi cittadini che migliorano la vita e l'economia dei quartieri
Milano mette in rete le realtà che rigenerano i diversi quartieri della
città coniugando innovazione sociale, azioni culturali e nuove forme di
commercio, socialità e aggregazione attraverso il recupero di immobili e aree
urbane inutilizzate e tolte al degrado. Approvate oggi dalla Giunta le
linee guida per la realizzazione, in via sperimentale, della “Rete spazi
ibridi”, il primo elenco qualificato degli spazi ibridi cittadini, una mappa di
chi fa innovazione socioculturale a Milano.
Il provvedimento nasce dalla volontà di riconoscere e facilitare la creazione
di una rete coordinata delle realtà di socialità, aggregazione e fruizione
culturale, attive soprattutto nei quartieri meno centrali di Milano e nate
spesso dal recupero di parte del patrimonio immobiliare pubblico e privato
abbandonato o sottoutilizzato (es. ex spazi industriali, cascine, ex luoghi di
culto, ex scuole, ex spazi per uffici).
Una prima mappatura, presentata al Comune la scorsa primavera, ne ha contati 26
distribuiti in tutta la città, con una utenza complessiva di oltre 1 milione di
persone all’anno: dall’area ex Ansaldo, che oggi ospita Base Milano, all’ex
cascina che ha visto nascere Mare Culturale Urbano, all’ex fabbrica di
cristalli che oggi ospita lo Spirit de Milan, fino al Mercato Lorenteggio che
oggi propone un mix di commercio tradizionale e iniziative sociali e
aggregative per il quartiere, solo per citarne alcuni.
Il registro “Rete degli spazi ibridi” - che sarà accessibile con un bando
pubblico - vuole incentivare il coordinamento tra le attività degli spazi che
si iscriveranno all’Elenco, armonizzare l’offerta di servizi e attività al
pubblico e promuovere la loro visibilità anche attraverso i media del Comune di
Milano. Facilitare l’interlocuzione tra il Comune e queste esperienze attive
nei quartieri al fine di rivitalizzare economicamente e culturalmente i
quartieri, migliorandone la qualità della vita e l’offerta di servizi
nell’ottica della “Città a 15 minuti”.
L’elenco qualificato di realtà e operatori sarà anche utile a sviluppare
sinergie e integrazioni con le policy dell’Amministrazione, per misurare e
potenziare l’impatto sociale a partire dalle diverse caratteristiche e
vocazioni e funzioni dei singoli spazi. Potranno accedere alla “Rete degli
spazi ibridi” gli operatori sia pubblici che privati titolari della gestione di
uno o più spazi socioculturali sul territorio della città e in regola con le
prescrizioni normative in materia fiscale e tributaria. Non solo, le realtà
dovranno svolgere attività di innovazione socioculturale in modo
continuativo e non occasionale da almeno un anno oltre a ospitare molteplici
servizi e attività sociali e culturali promosse dal soggetto gestore. All’atto
della candidatura ogni spazio aderente dovrà indicare una o più "funzioni
prevalenti" (es. sociale, culturale, aggregativa, educativa, di
innovazione) allo scopo di rafforzare il rapporto con l’Amministrazione e
favorire lo sviluppo di specifici progetti tematici.