Casa della Luna, a Pavia progetto per giovani con disturbo spettro autistico

Lucchini: progetto che crea condizioni per vera integrazione nostri ragazzi

Si chiama ‘Casa della Luna’ ed è un progetto pilota di coabitazione per giovani con disturbo dello spettro autistico, finanziato da Regione Lombardia. È progettato dal Consorzio sociale pavese e Marta scs onlus. L’iniziativa è stata illustrata a ‘Villa Maria’ di Pavia alla presenza dell’assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità della Regione Lombardia, Elena Lucchini.

Casa della Luna

Il progetto si sviluppa come una soluzione residenziale innovativa. Il suo obiettivo principale è infatti la progettazione  di un contesto abitativo specifico. Le persone con disturbi dello spettro autistico devono cioè poter trovare le migliori risposte per una buona qualità della vita. Tutto ciò  avviene attraverso l’utilizzo di strategie e metodologie educative dedicate. Particolare attenzione sarà posta ai bisogni riabilitativi e sanitari di ogni singola persona.

Famiglie protagoniste

Anche le famiglie saranno protagoniste. Collaboreranno infatti attivamente nella costruzione e realizzazione del progetto di vita dei loro figli. Gli appartamenti di ‘Villa Maria’ consentiranno, infatti,  a 5 giovani con disturbi dello spettro autistico di vivere, con il supporto di personale specializzato, una nuova esperienza di co-housing e compiere un passo decisivo verso la vita adulta.

Piano regionale per l’autismo

“Regione Lombardia – ricorda Elena Lucchini – ha voluto fortemente un Piano regionale per l’autismo. Ha infatti previsto risorse importanti per dare una risposta appropriata ed efficace alla complessità dei problemi connessi alla tutela alle persone con disabilità gravissima. Resta dunque fondamentale creare le condizioni strutturali e i contesti tecnici innovativi per una integrazione, la più articolata possibile. È infatti importante mettere al centro la capacità di un territorio di integrare interventi di sostegno abitativo e sociale con specifici supporti di cura. È necessario cioè assicurare la qualità di vita delle persone che scelgono di co-abitare. La persona – conclude Elena Lucchini – diviene così protagonista del proprio progetto di vita. Tutto ciò  tenendo conto delle sue risorse, dei suoi bisogni, delle sue relazioni, dei suoi desideri e obiettivi, in un’ottica di affermazione del diritto all’autodeterminazione”.
Ava Tanin

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