Formazione, Fontana: creiamo contesto attrattivo per trattenere i talenti
- 27 febbraio 2024 Dalla Lombardia
Tironi: aggiornamento professionale tra pilastri nostra strategia
Cattaneo: da 2 a 3,5 miliardi in 7 anni per politiche di coesione
Nell’anno europeo delle competenze Regione Lombardia ha promosso una giornata di presentazione delle esperienze e di illustrazione delle proposte di lavoro innovative dedicate a questo tema.
In particolare, il dialogo e il confronto tra Istituzioni, associazioni di categoria, imprese, università e mondo della ricerca e dell’istruzione ha come obiettivo l’individuazione delle competenze necessarie per fronteggiare le trasformazioni dettate dal mutamento del mondo lavoro. Il tutto con l’obiettivo di rispondere alle esigenze delle imprese e creare attrattività per i territori.
In questo quadro, il momento di lavoro ha analizzato gli strumenti utili per certificare le competenze, l’importanza delle competenze avanzate legate anche all’uso dell‘intelligenza artificiale, e quelle sulla sostenibilità che dovranno avere un ruolo trasversale.
Fontana: valorizzare apporto di imprese e partner sociali e locali
“Le risorse comunitarie – ha commentato il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana – per sortire efficacia di intervento e virtuosa capacità di generare valore, necessitano di un territorio capace di declinare le scelte in maniera responsabile. Occorre valorizzare l’apporto delle imprese e dei partner sociali e locali per individuare i fabbisogni”.
“La chiave vincente, che è nel DNA di Regione Lombardia – ha continuato – risiede nella logica di condivisione di questa responsabilità a tutti i livelli, verticale e orizzontale, e stabilendo ordini di priorità”.
Superare il mismatch
“Diventa per noi doveroso – ha aggiunto – ragionare su formazione continua, mismatch fra domanda e offerta di forza lavoro qualificata e programmazione all’altezza delle aspettative imprenditoriali. Dobbiamo quindi andare oltre l’approccio di voler contrastare la fuga dei cervelli ‘trattenendo’ i giovani. Bisogna programmare, invece, un contesto che sia attrattivo di talenti e competenze anche acquisite altrove”.
Ai lavori hanno partecipato, tra gli altri, Adelina Dos Reis Capo Unità DG EMPL Commissione Europea, Santo Darko Grillo direttore generale INAPP e Coordinatore nazionale dell’anno europeo delle competenze. Erano presenti inoltre Mario Mezzanzanica direttore Dipartimento di Statistica dell’Università Bicocca e Francesco Baroni presidente Assolavoro, Lorenzo Maternini vicepresidente Talent Garden.
Transizione, sfida e opportunità
“La Lombardia – ha affermato l’assessore regionale all’Istruzione Formazione e Lavoro Simona Tironi – come molte altre Regioni europee, si trova di fronte a una serie di sfide senza precedenti. La transizione verso un’economia più sostenibile, digitale e inclusiva richiede un impegno congiunto da parte di tutti gli attori della società. Deve coinvolgere istituzioni, imprese,
“Affinché questa transizione sia un’opportunità per tutti – ha detto ancora l’assessore – è fondamentale investire nelle persone, nella formazione e nello sviluppo delle competenze necessarie per affrontare le sfide del futuro”.
I pilastri della strategia regionale
“Formazione, valorizzazione delle competenze e aggiornamento professionale – ha spiegato Tironi – sono i pilastri della strategia regionale. Una visione che ha l’obiettivo di realizzare percorsi di formazione professionalizzante e politiche attive sempre più capaci di rispondere ai fenomeni di mismatch. Per questo Regione Lombardia ha attivato azioni che permettono di intercettare i soggetti inattivi e di realizzare misure volte all’orientamento e accompagnamento al lavoro”.
Difendere il modello lombardo di formazione e lavoro
“Siamo a metà del periodo di programmazione 2021-2027 – ha evidenziato Raffaele Cattaneo, sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia con delega alle Relazioni Internazionali ed Europee – ed è proprio quest’ anno che si comincia a discutere il futuro delle politiche di coesione. Purtroppo, in Europa tira un’aria di ricentralizzazione delle risorse sulle politiche gestite dagli Stati nazionali e non su quelle gestite dalle regioni e dai territori. Realtà quali invece sono le politiche di coesione, tra cui il Fondo Sociale Europeo, che è uno dei pilastri”.