IL SANTO DEL GIORNO 18 settembre
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- 18 settembre 2018 Il santo del giorno
San Giuseppe da Copertino Sacerdote, Protettore di:astronauti, aviatori, esaminandi, passeggeri di aerei, studenti
ALTRI SANTI di oggi: Sant'Arianna (Ariadne) di Primnesso, San Domenico Trach, Sant'Eumenio di Gortina, Sant'Eustorgio I di Milano, San Ferreolo di Limoges, San Ferreolo di Vienne, Sant'Oceano, Santa Riccarda, San Sinerio (Senario) d'Avranches, Sante Sofia e Irene.
S. Giuseppe da Copertino nacque nell'anno
1603 da pii genitori , passò la sua infanzia in
santa semplicità e purezza di costumi.
Dopo varie peripezie, fu ricevuto tra i Minori Conventuali del convento della
Grottella, dapprima come laico e poi come chierico. Dopo la professione
solenne, ordinato sacerdote, si propose di condurre una vita ancor più
perfetta. Cosicché avendo rinunziato a tutti gli affetti mondani e alle cose
non assolutamente necessarie alla vita, martoriò il corpo con cilici,
discipline, catenelle: in una parola con ogni sorta di austerità e sofferenze,
mentre nutriva continuamente lo spirito col soave alimento della orazione e
della contemplazione più sublime.
La sua ardentissima carità rifulse singolarmente nelle estasi e nei rapimenti.
Era obbedientissimo ai suoi superiori. Imitò talmente la povertà del serafico
suo Padre S. Francesco che, sul punto di morire, potè confessare con tutta
verità al suo superiore di non aver nulla da lasciare. Pertanto morto a sè ed
al mondo, manifestava la vita di Gesù nella sua carne.
Eroica fu la suà carità verso i poveri, gl'infermi, gli affiati da qualsiasi
tribolazione. La sua carità non escludeva neppure quelli che lo assalivano con
oltraggi ed ingiurie, accettando tutto con la stessa pazienza, dolcezza e
serenità che mostrò nel sopportare le tante e penose vicissitudini della sua
vita.
Ammirato poi non solo dal popolo ma anche dai prìncipi per la sua eminente
santità e doni celesti, egli si mantenne talmente umile, che stimandosi gran
peccatore, pregava Dio con insistenza perchè gli sottraesse i suoi doni
straordinari, e chiedeva agli uomini che dopo morte gettassero il suo corpo in
un luogo dove la sua memoria fosse del tutto obliata. Ma Dio che esalta gli
umili e che aveva arricchito il suo servo di celeste sapienza, del dono della
profezia, della penetrazione dei cuori, delle guarigioni e d'altri privilegi,
rese preziosa anche la sua morte e glorioso il sepolcro. Come aveva predetto
morì a Osimo, a 61 anni di età. Benedetto XIV lo inscrisse nell'albo dei Beati,
e Clemente XIII in quello dei Santi. Clemente XIV ne estese l'Ufficio e la
Messa a tutta la Chiesa.