PAGANO LE FASCE DEBOLI, IN NOME DI PROVVEDIMENTI VAGHI SI AUMENTANO TASSE

«Il voto alla manovra sarebbe 4, non 7 come ritiene Salvini, ma possiamo anche rivederlo al ribasso quando riusciremo a leggerla tutta perché, ad oggi, molti parlamentari non hanno ancora avuto modo di finire di leggerla». Lo ha detto il senatore  Franco Mirabelli, vicepresidente del Gruppo PD al Senato, intervenendo a Radio Popolare.

«La manovra è negativa perché in nome di due provvedimenti - reddito di cittadinanza e quota 100 - di cui ancora non si sa nulla su come verranno realizzati né chi saranno i beneficiari ma si sa che sono stati tagliati moltissimo i finanziamenti per sostenerli rispetto a ciò che era stato promesso, si tolgono le indicizzazioni ai pensionati, si aumentano le tasse alle organizzazioni no-profit, si aumentano tasse in generale e non ci sono investimenti sullo sviluppo - ha spiegato il senatore PD. - Tutto questo provocherà il fatto che ci sarà meno fiducia nei consumatori e sicuramente si creerà più disoccupazione, così che nei prossimi anni non avremo più da sterilizzare solo 12 miliardi di euro per le clausole di salvaguardia con l’Europa ma, nella prossima manovra, dovremo trovare 23 miliardi e sarà una cosa difficile e questo vuole dire che si dovrà aumentare l’IVA e ancora una volta a pagare questo prezzo saranno le fasce più deboli della popolazione». 

«Inoltre, - ha proseguito  Mirabelli - le forze che hanno sempre fatto +1 sui temi della legalità, che hanno votato recentemente una pseudo-legge definita “spazzacorrotti”, con la Legge di Bilancio hanno stabilito che si possono fare affidamenti diretti (cioè senza gara) per appalti fino a 150mila euro, cosa che era stata superata e che costituisce da sempre per le mafie uno strumento di corruzione e di ladrocinio nei confronti degli italiani, come mostrano molte inchieste. Inoltre ci sono i condoni e c’è anche l’abolizione del SISTRI, che consente di tracciare i trasporti e, in un Paese in cui il traffico dei rifiuti è uno dei grandi problemi sul fronte della legalità, togliere uno strumento di tracciabilità comporta dei danni seri».

Riguardo al richiamo alla Corte Costituzionale, il senatore Mirabelli ha evidenziato che: «È un obbligo della Costituzione che il Parlamento e la Commissione Bilancio delle Camere si possano esprimere sulla manovra e, per la prima volta, non c’è stata questa possibilità. La Camera dei Deputati ha discusso un testo della Legge di Bilancio completamente diverso da quello che è arrivato in Senato, inoltre si è arrivati a riunire la Commissione Bilancio per quattro giorni senza mai avere la possibilità di fare una discussione sul merito, non c’è stata alcuna votazione su nessun emendamento, si è arrivati poi con un testo diverso all’ultimo giorno senza poter aver nessuna possibilità di approfondirlo e neanche di discuterlo. Tutto ciò per noi rappresenta la violazione di una norma costituzionale e per questo stiamo valutando la possibilità di far esprimere la Corte Costituzionale». 

 Diana Comari

Collaboratrice sen. Franco Mirabelli 


 



 



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