I RACCONTI DEI LETTORI - DA UN VECCHIO LIBRO CADE UNA LETTERA
- 15 novembre 2020 Racconti
Inviate un vostro racconto a edbedizioni@libero.it,
rubrica: I racconti dei lettori.
Lo pubblicheremo online ogni domenica e i migliori verranno riuniti in un volume che uscirà a settembre
Se c’è una cosa che le da gioia e dolore questa è la sua grande
libreria. Per lei è una gioia guardarla così piena di libri. Libri che
ha letto tutti. Libri che ha scelto, comprato o che le hanno regalato,
non sa più quando né come né perché ma dalla prima all’ultima riga sono
tutti dentro la sua testa e il suo cuore. Le loro parole, idee e storie
si incrociano, si spintonano, vengono fuori a tratti proprio nei momenti
più impensati e la rendono questa o quella persona. A volte manipolano e
modificano il suo pensiero, la fanno sentire ogni volta un’altra, ogni
volta diversa ma sempre, sempre creativa.
I libri le danno gioia.
Il dolore invece lo prova quando deve chiuderli negli scatoloni per
far loro affrontare l’ennesimo trasloco, per un lungo periodo non può
vederli, non può toccarli e le mancano. E sta facendo proprio questo. Li
prende uno a uno, toglie un po’ di polvere, legge i titoli, si perde
nei ricordi e li ripone con attenzione. A un tratto, da un piccolo
volume, scivola un biglietto azzurro. Lo riconosce immediatamente, sa
chi l’ha scritto e quando l’ha ricevuto.
Si ritrova in una mattinata assolata nella cucina della casa al
mare. Francesco è seduto e la guarda mentre lei gli prepara il caffè.
Amico di suo padre anche se più giovane, circolava per casa per motivi
di lavoro da molto tempo. Giornalista freelance, ogni volta che tornava
dai suoi lunghi viaggi, passava a salutare. Le portava sempre piccole
cose dai paesi che visitava, una piuma, una tartarughina colorata, e si
informava su come andava la scuola e il fidanzatino di turno. Quel
giorno lei compiva venti anni e lui ne avrebbe fatti tra poco trentotto.
Avvertiva il suo sguardo mentre gli raccontava di come aveva lasciato
l’ultimo fidanzato geloso e poco rispettoso della sua persona e di come
tutto questo fosse scaturito dalla lettura di Persona Donna, un libro
che rifletteva sulla condizione femminile. Più parlava, più si rendeva
conto dell’imbarazzo che si stava creando tra
loro e la macchinetta sul fuoco non la stava aiutando, forse l’aveva caricata troppo o la guarnizione era troppo vecchia.
Aspettava con ansia il borbottio del caffè quasi potesse spezzare
un’atmosfera che non riusciva a controllare. Troppo tardi, Francesco le
chiese:
“Dove vai in vacanza?”
“Il mese prossimo vado in Sicilia con degli amici”.
“Bene ad Agosto sono a Roma, se vuoi mandami un telegramma con
scritto -Ti aspetto - io sarò da te il giorno dopo” e le diede quel
biglietto azzurro sul quale aveva trascritto con la sua scrittura
appuntita una poesia di Shelley. In quel momento il caffè venne fuori
con tutta la sua fragranza e lei poteva quasi avvertirne l’odore.
Non ha mai inviato quel telegramma. Prende il biglietto caduto sul
pavimento e lo guarda a lungo. Poi lo ripone nuovamente nel libro dal
quale è caduto e con gesti lenti lo rinchiude nello scatolone. Ha quasi
finito, è quasi tutto pronto. In realtà, a guardarsi intorno, tutta la
sua vita è rinchiusa in poche scatole, ma quanto sono pesanti!
Anna Esposito