DUE TESTI PER DUE ATTORI
- 07 aprile 2019 Spettacolo Teatro
Dal 9 aprile all'Elfo
Vetrano e Randisi non potevano non incontrare Totò e Vicé, teneri e surreali barboni nati dalla penna del poeta, attore e drammaturgo palermitano Franco Scaldati e nei quali si sono subito specchiati: legati da un’amicizia assoluta, vivono in bilico tra il mondo e il cielo, in un tempo imprendibile tra passato e futuro, con la necessità di essere in due per essere.
In “Ombre folli”, le ombre di due uomini si raccontano, il sognato prende coscienza, lentamente, di vivere imprigionato dalla fantasia del sognante, del tiranno scrittore. Unica via di uscita, per riuscire a essere chi governa la sua vita, è sopprimerlo.
«Come sempre, nel mondo di Franco Scaldati, chi parla non è mai solo, anche se parla da solo - hanno affermano Enzo Vetrano e Stefano Randisi. - Scritto nel suo palermitano poetico, ogni monologo viene recitato da un personaggio e, frase dopo frase, tradotto dall’altra ombra, in un gioco di rispecchiamenti che in questo testo diventa particolarmente crudele e struggente».
Per il dittico Vetrano-Randisi, promozione venerdi sabato e domenica: euro 33 acquistando insieme i biglietti di entrambi gli spettacoli ma solo telefonicamente, non on-line e non si prendono prenotazioni.
Dal 9 al 14 aprile un altro gioiellino, “Un quaderno per l’inverno”, Premio Ubu 2017 come miglior testo italiano. Spettacolo per due attori (Alberto Astorri e Luca Zacchini) in tre scene, inizia come un thrilling: un introverso professore rientra in casa e vi trova un ladro, armato di coltello, che vuole da lui qualcosa di molto insolito: è una questione di vita o di morte. Quella notte, in bilico tra speranza e disperazione, i due si confrontano su idee, sentimenti, interrogativi, in un dialogo per entrambi nuovo e inaspettato. Quando si rivedono anni dopo, ancora segnati da quell’esperienza, vissuta e ricordata in modi diversi, scorgono la possibilità di cambiare e di comprendersi meglio.
Dice l'autore Armando Pirozzi: «Il tema centrale del testo è la scrittura e la sua possibilità di incidere direttamente sulla realtà: la forza miracolosa della poesia, specie per la dirompente carica vitale che suscita, nonostante tutto, nelle persone».
La regia in punta di piedi di Massimiliano Civica conferisce al lavoro un tono sommesso, da ascoltare con abbandono e partecipazione.
Grazia De Benedetti
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