11 ANNI FA IL TERREMOTO DELL'AQUILA

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La città abruzzese è passata da zona rossa per il sisma a zona rossa per il coronavirus

Nella notte del 06 aprile 2009, alle 03.30 per essereprecisi, una scossa di terremoto del 6 grado Richter colpiva la città dell'Aquila. Morirono 309 persone, in maggioranza ragazzi che studiavano all'università del capoluogo abruzzese.

Da allora, ogni anno, nella notte tra il 05 e il 06 la città ricorda e lo fa con una processione silenziosa.

Ai tempi del coronavirus tutto questo non è stato possibile.

E allora la notte scorsa, ricorda il servizio del tg3, il silenzio della città deserta è stato attraversato solo dai 309 rintocchi della cattedrale.

Sui balconi, però, non sono mancati i lumini accesi per l'occasione.

In una battaglia ideale dove la luce vince sulle tenebre.

Per l'occasione anche il presidente Mattarella ha fatto sentire la sua vivinanza alla cittò.

Riportiamo di seguito la sua lettera rivolta al sindaco dell'Aquila:  

"Il ricordo della notte del 6 aprile di undici anni or sono è impresso con caratteri indelebili nelle menti e nei cuori dei cittadini de L'Aquila e di tutti gli italiani. Un terribile terremoto portò morte e devastazioni, gettò numerose famiglie nella sofferenza e talvolta nella disperazione, rese inaccessibili abitazioni, edifici, strade, costringendo a un percorso fortemente impegnativo, prima di sopravvivenza, poi di ricostruzione.
Nel giorno dell’anniversario desidero rinnovare i sentimenti di vicinanza e solidarietà a tutti gli aquilani, a quanti nei paesi e nei borghi limitrofi hanno condiviso sia quei momenti tragici sia gli affanni della ripartenza, ai nostri concittadini di numerosi altri territori del Centro Italia che, nel breve volgere di pochi anni, si sono trovati a vivere drammi analoghi e ora sono impegnati, come a L'Aquila, per restituire a se stessi e all’Italia la pienezza della vita sociale e i valori che provengono dalla loro storia.
La ricorrenza di quest’anno si celebra in un contesto eccezionale, determinato da una pericolosa pandemia che siamo chiamati a fronteggiare con tutta la capacità, la responsabilità, la solidarietà di cui siamo capaci. Un’emergenza nazionale e globale si è sovrapposta a quell’itinerario di ricostruzione che gli aquilani stanno percorrendo, che ha già prodotto risultati importanti ma che richiede ancora dedizione, tenacia e lavoro.
La ricostruzione de L'Aquila resta una priorità e un impegno inderogabile per la Repubblica. I cittadini hanno diritto al compimento delle opere in cantiere, al ritorno completo e libero della vita di comunità, alla piena rinascita della loro città.
Di fronte agli ostacoli più ardui possiamo avere momenti di difficoltà ma l’Italia dispone di energia, di resilienza e di una volontà di futuro che ha radici antiche e che, nei passaggi più difficili della nostra storia, è sempre stata sostenuta da una convinta unità del popolo italiano. Oggi questo senso di solidarietà e di condivisione rappresenta un patrimonio prezioso a cui attingere per superare l’emergenza di questi giorni». Roma, 06/04/2020.

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