ECCESSO DI ABITAZIONI OCCUPATE A TITOLO DI PROPRIETÀ. FRENO ALL’ECONOMIA E ALL’AMMODERNAMENTO DEL PAESE
- 05 gennaio 2020 Cronaca
Colombo Clerici commenta l’indagine biennale del MISE e dell’Agenzia delle Entrate
Secondo l’indagine biennale del
ministero dello Sviluppo Economico e dell’Agenzia delle Entrate
(l’analisi si ferma al 2016), tre abitazioni su quattro sono occupate
dalle famiglie a titolo di proprietà. Un dato che può essere
interpretato positivamente, ma sul quale il presidente di Assoedilizia
Achille Colombo Clerici mostra motivate perplessità.
“Non è tutto oro quel che luccica - ha esordito. - Sussistono alcune criticità. Infatti le abitazione in proprietà (a differenza di quelle in locazione):
- non producono gettito fiscale: né Imu, né imposte dirette o indirette;
- danno luogo in misura molto minore
all'indotto in quanto non si eseguono lavori di ammodernamento
funzionale o estetico necessari per locare a terzi: rifacimenti di
impianti (es. elettrico), o di servizi, certificazioni energetiche,
imbiancature, pulizie, rifacimenti estetici di sorta. Insomma si tratta
di un patrimonio edilizio economicamente statico. Il turn over abitativo
della locazione comporta viceversa spese di trasloco, di
ammobiliamento, di adeguamento tecnologico, professionali e via dicendo;
- sono di impedimento ai processi di
ristrutturazione economico-industriale del Paese, che richiederebbero
una forte mobilità abitativa. Le case in proprietà, ingessano viceversa
tale mobilità ai fini non solo delle esigenze di lavoro, ma anche di
studio e di famiglia;
- costituiscono un freno
all'ammodernamento delle città. La gran massa dei condominii è di
ostacolo alle operazioni di rigenerazione urbana, soprattutto ove si
tratti di sostituzione edilizia;
- non parliamo degli effetti sul mercato
immobiliare, in termini di incontro di domanda e offerta, oggi
praticamente mancante per l'80 % del patrimonio abitativo nazionale”.
Colombo Clerici ha concluso: “Per
tanti anni in Italia si è praticata una politica abitativa distorcente
penalizzando in tutti i modi la locazione abitativa privata. L'attuale
situazione, che ci vede totalmente lontani dagli standard dei Paesi
europei più evoluti, è la conseguenza di quella politica”.
«Decenni e decenni di politica
sfavorevole alla locazione privata (ricordiamo i blocchi dei contratti i
blocchi dei canoni, la legge dell’equo canone, i blocchi degli sfratti)
hanno prodotto dismissioni, frazionamenti e alla fine condominii, dove
mettersi d’accordo sul da farsi assai problematico. In sintesi,
la politica italiana ha sempre interpretato in modo distorto e
distorcente il dettato del secondo comma dell’art. 47 della
Costituzione: mettendo ostacoli sul cammino della locazione, invece di
spianare la strada che porta all’acquisto in proprietà».